Fonte: https://italiacuba.it/
Per inquadrare nella giusta ottica la situazione in Venezuela bisogna tener ben presente l’impatto devastante delle criminali misure sanzionatorie di blocco economico e finanziario imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea contro il Venezuela.
Le misure coercitive unilaterali imposte dagli Stati Uniti contro il Venezuela hanno causato al paese sudamericano perdite per 102.000 milioni di dollari, come ha denunciato recentemente la vicepresidente del governo bolivariano Delcy Rodriguez.
Tale denuncia è adesso corroborata dalla relatrice delle Nazioni Unite per i diritti umani Alena Douhan. In una conferenza stampa per presentare la valutazione preliminare della visita in territorio venezuelano l’inviata della Nazioni Unite ha riconosciuto che le azioni coercitive e unilaterali contro il paese da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea hanno avuto un impatto devastante su salute, alimentazione e istruzione.
“La qualità della vita dei venezuelani è diminuita a causa di sanzioni coercitive unilaterali”.
La relatrice ha esortato le banche in Inghilterra e Portogallo, che detengono illegalmente fondi dal Venezuela, ha restituire al paese sudamericano le risorse economiche necessarie per affrontare la crisi. Ha poi ricordato che le entrate sono diminuite del 99% e che quindi adesso il Venezuela è costretto a far quadrare i conti con l’1% del reddito che aveva prima delle azioni coercitive e unilaterali.
“Il 76% delle entrate venezuelane sono state utilizzate per progetti sociali e c’è solo l’1% del reddito, quindi in realtà è una misera somma di denaro”, ha affermato Alena Douhan.
Il regime sanzionatorio ha portato lo stipendio medio del settore pubblico tra i 2 e i 3 dollari, una cifra sufficiente ad acquisire appena l’1% del paniere alimentare di base.
“Le persone dipendono dagli aiuti del governo sotto forma di CLAP e trasferimenti di denaro attraverso il Carnet de la Patria e numerosi sussidi per i dipendenti”.
Le sanzioni creano infiniti ostacoli al Venezuela anche nell’acquisizione di vaccini, attrezzature e forniture mediche. Materiale fondamentale in questa fase storica segnata dalla pandemia causata dal nuovo coronavirus. La relatrice ha ricordato che i beni della Banca Centrale del Venezuela all’estero sono bloccati.
A tal proposito bisogna ricordare le manovre di Juan Guaidò per non permettere lo sblocco dei fondi detenuti dalla Banca d’Inghilterra, che il governo bolivariano aveva intenzione di utilizzare per acquisire vaccini e materiale sanitario necessario al governo di Caracas per affrontare al meglio l’emergenza pandemica.
“È preoccupante che le sanzioni contro il petrolio, l’estrazione mineraria, il blocco economico del Venezuela, il congelamento dei beni della BCV, abbiano esacerbato le calamità economiche e umanitarie esistenti impedendo la generazione di reddito e l’uso delle risorse per sviluppare e mantenere infrastrutture e programmi sociali”.
Per questo la relatrice ha esortato il governo degli Stati Uniti “a porre fine all’emergenza nazionale relativa al Venezuela, a riconsiderare e revocare le sanzioni imposte al settore pubblico venezuelano, alle parti secondarie e ai terzi e ad astenersi dall’imporre sanzioni”.
Alena Douhan si è recata in Venezuela il 1° febbraio per esaminare se l’adozione, il mantenimento o l’applicazione di sanzioni ostacola la piena realizzazione dei diritti umani delle persone.