CUBA IMPONE UNA QUARANTENA STRETTA A TUTTI I VIAGGIATORI CHE VISITANO L’ISOLA
Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute, resi noti nella consueta conferenza stampa tenuta dal Dottor Francisco Duran Garcia capo epidemiologo del ministero, il 15 febbraio a Cuba si sono registrati 937 persone positive al corona virus e 5 deceduti. Dall’inizio della pandemia nell’isola si sono registrati 39.941 casi positivi e 274 deceduti a causa del virus.
I primi casi sono stati rilevati l’11 marzo scorso quando tre turisti italiani sono stati diagnosticati positivi al Covid 19. Il governo cubano una settimana dopo, per evitare che il virus entrasse sull’isola importato dai viaggiatori stranieri, decise di chiudere le frontiere. Questa decisione ha impedito che il virus si espandesse a macchia d’olio come invece avveniva in quasi tutti gli altri paesi del mondo.
La situazione dei contagi è rimasta stabile a poche unità al giorno fino a settembre dello scorso anno, quando a poco a poco sono state riaperte le frontiere e i cittadini cubani, rimasti bloccati all’estero, iniziarono a tornare in patria assieme a qualche turista desideroso di visitare l’isola. A tutti coloro che entravano a Cuba veniva imposta una quarantena di dieci giorni nella propria abitazione, dove venivano visitati giornalmente dai medici che ne valutavano le condizioni fisiche.
Purtroppo la quarantena nelle proprie abitazioni era soggetta al buon senso di chi la doveva attuare e in molti casi però i termini di isolamento non sono stati rispettati con rigore: erano frequenti le visite dei parenti desiderosi di riabbracciare i propri congiunti, che da molti mesi mancavano in patria e spesso coloro che dovevano restare a casa si allontanavano dalla propria abitazione per festeggiare il ritorno, organizzando feste con decine di invitati.
Non aver rispettato le regole di isolamento sociale ha fatto sì che il virus importato dai viaggiatori si sia propagato sull’isola portando i casi giornalieri da poche decine a varie centinaia. Così il governo si è trovato nella necessità di aumentare i controlli per cercare di arginare la propagazione del virus e dal 10 gennaio è richiesto a tutti coloro che decidano di entrare a Cuba un test molecolare negativo, meglio conosciuto come PCR.
Dal 6 febbraio occorre fare una quarantena di cinque giorni, in un hotel per i turisti o in un centro di isolamento per i cubani residenti sull’isola.
Le nuove disposizioni prevedono, che il viaggiatore al momento dell’arrivo sia sottoposto ad un ulteriore test molecolare eseguito in aeroporto dalle autorità sanitarie cubane. Dopo il test, il viaggiatore straniero viene accompagnato in un hotel appositamente destinato ad ospitare i turisti in quarantena, a proprie spese. Se il viaggiatore non dispone di una prenotazione alberghiera in aeroporto, è possibile prenotare una delle tante strutture appositamente destinate ad ospitare i viaggiatori in quarantena e il trasferimento in hotel è incluso nel pacchetto proposto. .
I cubani residenti invece, vengono accompagnati in un centro specializzato che normalmente si trova nelle vicinanze dei loro domicili. Una volta raggiunto il luogo della quarantena l’isolamento è totale. Non è possibile uscire dalla propria camera, la colazione, il pranzo e la cena vengono recapitati dal personale direttamente nella propria camera, dove viene consumato e ogni mattina il personale medico presente sia negli hotel, che nei centri di isolamento per i cittadini cubani (24 ore su 24), effettua l’ordinario controllo sanitario.
Al quinto giorno il viaggiatore viene sottoposto ad un secondo PCR e se risulta negativo la quarantena termina e le restrizioni al movimento cessano.
Le misure prese potranno sembrare rigide, ma un paese che da quasi sessant’anni è sottoposto ad un criminale blocco economico, commerciale e finanziario, da parte degli Stati Uniti, che impedisce addirittura il normale acquisto di medicinali all’estero non può sopportare le conseguenze che questa pandemia causa.
L’indisciplina sociale di poche persone, che non hanno rispettato le semplici misure di isolamento sociale, ha causato un incremento notevole dei contagi sull’isola: abbracci, baci, contatti vari, feste ed allontanamenti dal proprio domicilio, ha portato il numero di contagi giornalieri dai 50-60 che venivano registrati fino a settembre scorso agli attuali 800-900. al giorno.
La capitale L’Avana concentra oltre il 40 per cento dei casi registrati, seguita dalle provincie di Artemiza, Pinar del Rio ad occidente e Santiago e Guantanamo ad oriente.
Il centro dell’isola registra invece un tasso di infezione molto più basso, che si aggira intorno al 15 per cento dei casi.
Gli Stati Uniti è il paese che ha esportato il numero maggiore di viaggiatori infettati a Cuba. Mi domando come il governo cubano, visti i livelli altissimi di contagi negli Stati Uniti, non abbia chiuso i confini con il paese a stelle e strisce.