Cuba: La nuova riforma del “lavoro per conto proprio” o “cuentapropismo”, nel mezzo della crisi economica

di Andrea Puccio – Trinidad – (Prima parte)

PESOS CUBANI

Con l’inizio del nuovo anno a Cuba sono entrati in vigore vari provvedimenti tra cui la riforma monetaria, il riassetto delle tariffe per i servizi pubblici e l’ampliamento delle professioni, che i cubani possono svolgere in forma privata, oltre all’aumento dei salari dei dipendenti pubblici.

La riforma monetaria ha eliminato la circolazione del Peso Convertibile, conosciuto anche come CUC, e ha lasciato il Peso Cubano o CUP.

Contemporaneamente alla riforma monetaria lo Stato ha deciso di attualizzare le tariffe dei servizi pubblici forniti come i trasporti, le tariffe dell’acqua e dell’energia elettrica ed altro ancora. L’attualizzazione delle tariffe si è resa necessaria perché oggettivamente le tariffe pagate dai cittadini per i servizi pubblici erano troppo basse e lo Stato, a maggior ragione nella situazione economica attuale, non era più in grado di sostenere il quasi completo costo dei servizi.

Altra importante riforma approvata ed entrata in vigore dall’inizio del nuovo anno è quella che aumenta notevolmente il salario dei lavoratori pubblici.

Una timida riforma salariale era già stata fatta nel giugno 2019, ma questa è molto più radicale: i salari saranno elevati 4,5 volte. Il salario minimo sarà di 2.100 Pesos ed il più alto arriverà alla somma di 9.510 Pesos.

Ultima in senso temporale è invece la riforma del lavoro per conto proprio o cuentapropismo. Ufficialmente creato oramai quasi dieci anni fa, ha subito varie riforme per correggere gli errori che nel tempo hanno portato questi tipi di lavoratori ad essere una categoria privilegiata.

Nel trascorrere degli anni i cuentapropistas, grazie allo sviluppo del turismo, hanno visto aumentare notevolmente i propri redditi, creando una frattura sociale nella società cubana. Ad esempio il lavoratore pubblico poco retribuito aveva perso il desiderio di “lavorare nel pubblico” e molti di loro avevano abbandonato la precedente occupazione passando dal pubblico al privato.

La nuova riforma ha ampliato il numero delle professioni che possono essere svolte in forma privata (ad oggi oltre 2000). Restano comunque in mano allo Stato l’istruzione (anche se viene creata la figura del professore che impartisce lezioni di recupero), la sanità in tutte le sue declinazioni, la difesa ed altre attività considerate di primaria importanza sociale.

Con questa riforma si è voluto in primo luogo contrastare con i fatti quelle notizie che giungono da coloro che vedono nella rivoluzione e nello stato un ostacolo alla propria libertà imprenditoriale.

Quando nel 2013 venne autorizzato il lavoro per conto proprio la parte più ortodossa del Partito Comunista Cubano vide l’ingresso del lavoro privato nella società, come il cavallo di troia del capitalismo per distruggere il socialismo a Cuba.

A ben vedere a quasi dieci anni da quel momento gli ortodossi non avevano tutti i torti ed i dubbi sollevati allora hanno oggi una qualche evidenza. Infatti la categoria dei cuentapropistas è senza dubbio quella che contribuisce maggiormente ad alimentare le illegalità: mercato nero ed evasione fiscale. E questo per noi italiani, che abbiamo una evasione fiscale di circa 120 miliardi di euro l’anno non è difficile da capire!

Purtroppo lo Stato al momento di autorizzare l’attività privata ha lasciato aperti troppi spazi normativi, che hanno permesso ai lavoratori per conto proprio di fare un po’ quello che volevano.

Oggi con questa riforma si cerca di correre ai ripari; viene aumentato il ventaglio delle professioni private, ma allo stesso tempo vengono aumentati i controlli fiscali dello Stato sull’attività dei lavoratori in proprio. Con l’entrata in vigore della riforma, ogni cuentapropistas deve giustificare il 100 per cento dei prodotti acquistati per rivendere o trasformare, prima era solo il 50 per cento. Il ristoratore, ad esempio, deve in pratica dimostrare con i documenti di acquisto dove reperisce la carne, il riso, i fagioli, il sale, lo zucchero, le bevande ed ogni altro genere alimentare usato per fornire il servizio di ristorazione. Il falegname deve comprare il legname necessario per la produzione dei suoi manufatti presso rivendite o contadini autorizzati al taglio del legname… (Fine prima parte)

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