Brutale repressione in Colombia, messa in atto dal Governo filo-USA di Iván “Ñeñe” Duque: 21 morti accertati! La Federazione Sindacale Mondiale denuncia al mondo le uccisioni di manifestanti e chiama alla solidarietà internazionalista.

Fonte: https://www.facebook.com/lordinenuovo.it/

Repressione in Colombia

Colombia. Sono almeno 21 i morti accertati a seguito della brutale repressione delle forze dell’ordine (polizia ed esercito), dispiegate per soffocare le proteste di massa esplose a seguito della proposta di riforma tributaria presentata dal governo filostatunitense di Iván “Ñeñe” Duque, ennesimo tentativo di scaricare il peso della crisi pandemica sulle classi popolari.

La riforma (che a seguito della pressione delle proteste è stata temporaneamente ritirata) prevede di imporre un IVA del 19% sui servizi quali acqua, luce e gas, così come sui servizi funebri e sui dispositivi elettronici (computer, tablet e cellulari).

Tutto ciò avviene in mezzo all’aumento della violenza politica e del terrorismo di stato, combinato con una debacle economica che ricade ancora una volta sui settori più poveri.

La pessima gestione della pandemia (che vede più di 500 morti giornalieri), l’acuirsi delle già profonde disuguaglianze sociali, i massacri di civili all’ordine del giorno, l’eliminazione sistematica di attivisti sociali ed ex-guerriglieri, così come i ripetuti abusi della polizia sulla popolazione hanno comportato uno scoppio sociale che non pare arrestarsi nemmeno col dietrofront del governo sulla proposta di legge.

Infatti, il Comitato per lo Sciopero Nazionale (di cui fanno parte diverse sigle sindacali e di categoria) ha annunciato che le proteste non si fermeranno qua.

Le rivendicazioni sono ogni giorno più incisive, respingendo l’arroganza e l’indolenza del governo, chiedendo la fine dell’eliminazione fisica di oppositori e attivisti sociali così come l’attuazione concreta del tradito Accordo di pace con le FARC-EP.

Il comitato esige anche il miglioramento delle precarie condizioni del sistema sanitario e che il costo della crisi venga fatto gravare sui più ricchi. Nel frattempo la Federazione Sindacale Mondiale (FSM) e in particolare il suo Segretario Generale, George Mavrikos, hanno espresso totale sostegno alla causa dei lavoratori colombiani, denunciando al mondo le uccisioni di manifestanti e chiamando alla solidarietà internazionalista.

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