Quarantun’anni fa esplose una bomba nella stazione ferroviaria di Bologna C.le.; morirono 85 persone e centinaia furono i feriti. Quell’ennesimo vile attentato di stampo fascista si aggiunse ad altre precedenti stragi ad alimentare la “strategia della tensione”, iniziata stragi in piazza Fontana (Milano 12/12/1969), e proseguita in Piazza della Loggia (Brescia 28 maggio 1974), sul treno Italicus (S. Benedetto Val di Sambro 4 agosto 1974) e con altre stragi (Peteano, Questura di Milano, a un treno nei pressi di Gioia Tauro, etc. ecc.). Anche in quest’occasione le indagini furono intralciate da depistaggi, reticenze, segreti di Stato, false testimonianze e connubi consolidati tra politici, funzionari infedeli degli Apparati deviati dello Stato e terrorismo neofascista. Furono condannati all’ergastolo come esecutori materiali i neofascisti Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti (ora liberi per “buona condotta”); mentre trent’anni furono comminati a Luigi Ciavardini (minorenne all’epoca dei fatti). Nel 2020 è stato condannato all’ergastolo anche Gilberto Cavallini come autore della strage in concorso con gli altri condannati. Per depistaggio delle indagini di questa strage sono stati condannati l’ex capo della Loggia massonica P2 Licio Gelli, gli ufficiali dell’allora Servizio Segreto militare (Sismi ) Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte e il faccendiere Francesco Pazienza (ex collaboratore del Sismi). Anche per questa strage, come per tutte le altre, la verità e la giustizia sono state parziali: sono rimasti, infatti, impuniti i mandanti, gli ideologi e i protettori dei criminali assassini presenti anche nei vertici infedeli dello Stato di allora. Per completezza della memoria storica occorre ricordare che, oltre al terrorismo neofascista, abbiamo avuto il terrorismo “rosso” e quello mafioso, i cui orrori non devono assolutamente essere dimenticati!! Nonostante questi terrorismi di varia matrice, la nostra “traballante” democrazia ha retto e non si è abbandonata a svolte reazionarie e liberticide!!! Tante verità, però, sono ancora da cercare nei meandri criminali del connubio Amministrazione pubblica connivente- Imprenditoria malaffaristica-Mafie tutte.
Remigio Smaldone