Per Eduardo Galeano nessuna guerra ha l’onestà di confessare “uccido per rubare”.
Le guerre invocano sempre nobili motivi. Uccidono in nome della pace. Nel nome di Dio. In nome della civiltà. In nome del progresso. In nome della democrazia…
E per sicurezza, se non bastano tante bugie… i mass media sono pronti a inventare nemici immaginari per giustificare la conversione del mondo in un grande manicomio e in un immenso macello.
In Re Lear, Shakespeare aveva scritto che “…in questo mondo, il pazzo guida il cieco…”. E… quattro secoli dopo, i padroni del mondo sono dei pazzi innamorati della morte. Hanno trasformato il mondo in un luogo dove ogni minuto 10 bambini muoiono di fame o di malattie curabili e ogni minuto si spendono 3 milioni di dollari, 3 milioni di dollari al minuto per l’industria militare, che è una fabbrica di morte.
Le armi richiedono guerre e le guerre richiedono armi… e i 5 paesi che dirigono le Nazioni Unite, quelli che hanno il diritto di veto nelle Nazioni Unite, sono anche i 5 principali produttori di armi.
Ci si chiede: per quanto tempo la pace del mondo sarà nelle mani di coloro che fanno il business della guerra? Per quanto tempo continueremo a credere che siamo nati per lo sterminio reciproco e che lo sterminio reciproco è il nostro destino? Per quanto tempo? Se il mondo, questo mondo merita di essere un altro mondo…
Il video:
***Galeano nacque in una famiglia cattolica della classe media di discendenza gallese, tedesca, spagnola e italiana. Da giovane Galeano fece svariati lavori: operaio, pittore di insegne, messaggero, dattilografo, cassiere di banca. All’età di 14 anni vendette il suo primo fumetto politico al settimanale del Partito Socialista dell’Uruguay, El Sol.
Cominciò la carriera di giornalista all’inizio degli anni sessanta come direttore di Marcha, un influente settimanale a cui collaboravano Mario Vargas Llosa, Mario Benedetti, Manuel Maldonado Denis e Roberto Fernández Retamar. Per due anni diresse il quotidiano Época e lavorò come redattore capo di una University Press. Nel 1973, con un colpo di Stato i militari presero il potere in Uruguay; Galeano fu imprigionato e successivamente costretto a fuggire. Si stabilì in Argentina dove fondò la rivista culturale Crisis.
Nel 1976, quando il regime di Videla prese il potere in Argentina con un sanguinoso colpo di Stato, il suo nome fu aggiunto alla lista dei condannati dagli “squadroni della morte”; fuggì nuovamente, questa volta in Spagna, dove scrisse la famosa trilogia Memoria del fuoco (Memoria del Fuego). All’inizio del 1985 Galeano tornò a Montevideo, dove visse fino alla fine dei suoi giorni.
Morì il 13 aprile 2015 all’età di 74 anni a seguito di un tumore del polmone.
Fonti: