Le elezioni comunali a Cuba. Una bella prova di democrazia, nonostante le difficoltà.

Elezioni municipali a Cuba

Si sono svolte a Cuba domenica 27 novembre le consultazioni popolari per l’elezione dei delegati delle circoscrizioni municipali in tutte le città dell’isola.
Secondo i dati forniti dalla presidente del Consiglio Elettorale Nazionale, Alina Balseiro, hanno esercitato il loro diritto di voto 5.728.220 elettori. Del totale delle schede depositate nelle urne l’89,11 per cento sono state ritenute valide, il 5,22 per cento sono state depositate in bianco ed il restante 5,67 per cento sono state annullate.
“Hanno esercitato il loro diritto di voto 5 728 220 cubani e cubane, che rappresentano il 68.58 per cento del corpo elettorale composto da 8.351.311 elettori. Del totale delle schede depositate alle urne, l’89.11 per cento è stato ritenuto valido”, ha dichiarato la funzionaria.

Sono stati eletti 11.502 delegati al primo turno su un totale di 12.427 mentre le restanti 925 circoscrizioni andranno al ballottaggio la prossima domenica in quanto nessuno dei candidati ha raggiunto il 50 per cento più uno dei voti. Balseiro ha riferito inoltre che il 43,87 per cento degli eletti sono donne, mentre il 12,52 per cento sono giovani. Dei delegati eletti il 50.93 per cento sono stati rieletti per un altro mandato.
A Cuba, a differenza di molti paesi, Italia inclusa, non esistono quote rosa ma nonostante ciò alle elezioni sempre una grande quantità di donne viene eletta nelle cariche pubbliche a dimostrazione che la partecipazione alla vita politica non si ottiene per decreto ma con una vera parità dei diritti tra i sessi.

Le città sono divise in circoscrizioni che a loro volta si compongono dei vari Comitati della difesa (CDR) che hanno il compito di controllare le il territorio. Durante le riunioni preparatorie alle elezioni in ogni circoscrizione cittadina vengono proposti dai residenti stessi i candidati che si scontreranno il giorno delle elezioni municipali. Il candidato di ogni circoscrizione che ottiene il 50 per cento più uno dei voti viene eletto nell’Assemblea Municipale, se nessuno raggiunge la maggioranza i primi due classificati si scontreranno per il ballottaggio.

Tutti i candidati eletti formano l’Assemblea Municipale e scelgono il Presidente (Sindaco) e il Vicepresidente (Vicesindaco) della città. Tra gli eletti vengono inoltre nominati i rappresentanti che faranno parte dell’Assemblea Nazionale, il Parlamento cubano.

Questo sistema oltre a garantire un livello alto di democrazia perché gli eletti sono direttamente scelti dalla popolazione garantisce sia a livello comunale che nazionale la rappresentanza territoriale. Infatti in ogni città, divisa in circoscrizioni, ha un proprio rappresentante nell’Assemblea Municipale. Ogni zona o circoscrizione della città è rappresentata da un proprio eletto.

A livello nazionale poi ogni comune è rappresentato almeno da un eletto che potrà portare le istanze dei propri cittadini all’attenzione dell’Assemblea Nazionale. La stessa cosa avviene anche a livello comunale perché ogni eletto rappresenta una porzione della città e dei cittadini che la abitano. Quindi i problemi di una certa zona sono portati all’evidenza del Presidente e degli altri membri dell’Assemblea Municipale.
“Abbiamo realizzato una giornata democratica questo 27 novembre per eleggere i nostri delegati di circoscrizione, che costituiscono una forza decisiva dai nostri quartieri”, ha detto Balseiro. Ha anche assicurato che “i risultati dimostrano l’appoggio popolare ai suoi rappresentanti e la fiducia nella Rivoluzione”.

Proprio sulla non altissima partecipazione popolare alle elezioni si sono scatenati sui social network i vari personaggi che auspicano un cambio di governo a Cuba e che non perdono occasione per attaccare la dirigenza del paese. Hanno insinuato che la bassa partecipazione è stata causata dalla poca trasparenza delle consultazioni. Non avendo più a disposizione la classica affermazione che lo stato obbliga i cittadini a votare pena il licenziamento o che chi non vota viene perseguito ed inserito in fantasmagoriche liste di proscrizione questa volta la loro giustificazione per la non altissima partecipazione alle elezioni si è focalizzata sulla mancanza di trasparenza.
Mancanza di trasparenza e di brogli denunciati ma come sempre non documentati, ma sufficienti per alimentare nelle persone che non si riconoscono in questa forma di stato la solita diffidenza.

Si dimenticano poi che una partecipazione del 68 per cento non è bassa se si considerano le elezioni che si svolgono nel continente americano e nel mondo intero. È comunque vero che Cuba è abituata a percentuali molto più alte e questo deve far suonare un campanello d’allarme al governo.
Tanto per fare un esempio nello stato della Florida, dove abitano i più acerrimi ed attivi controrivoluzionari cubani, alle ultime due elezioni comunali ha partecipato poco più dell’11 per cento dei cittadini. Quindi una partecipazione del 68 per cento, non alta, come detto, non è poi tanto disdicevole.

Il 25 settembre scorso i cubani erano stati chiamati ad esprimere, attraverso un referendum popolare, il loro consenso alla nuova legge che cambiava il codice di famiglia. In quell’occasione votarono il 74 per cento degli aventi diritto, già in quella occasione si parlò di bassa affluenza. Occorre ricordare che però in quella votazione si era creata una grande divisione nella popolazione. Infatti con il nuovo codice si introduceva il matrimonio egualitario non accettato da una parte della popolazione. Per esprimere il loro dissenso all’introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e per protestare contro il governo era stato chiesto agli elettori di disertare le urne.

In queste elezioni non era stata chiesta, come forma di protesta dai soliti controrivoluzionari al soldo dello Zio Sam, l’astensione dal voto. Si può pensare invece ad una disaffezione dei cubani nelle istituzioni locali che spesso, non per incapacità dei delegati ma per cause legate alla situazione economica non favorevole, non riescono a rispondere a tutti problemi che nei vari quartieri si manifestano. Problemi che la popolazione subisce giornalmente e si trova a dover risolvere in vario modo.
L’acqua non sempre arriva, le strade sono piene di buche, l’erogazione dell’energia elettrica non è costante e spesso per diverse ore si registrano blackout, nei negozi mancano i prodotti di prima necessità e molto altro. Una situazione che può ovviamente creare distacco verso le istituzioni politiche che per qualcuno sembrano non volersi occupare della popolazione o che non riescono a risolvere tutti i problemi. Credetemi non è facile vivere ogni giorno affrontando problemi, che per molti potrebbero essere considerati banali, ma che a lungo andare creano disagi e malcontento nella popolazione.

Problemi di cui ovviamente il sessantennale blocco economico, commerciale e finanziario imposto in modo unilaterale ed ingiustificato dagli Stati Uniti a Cuba ne è il responsabile principale.
Se poi al blocco si aggiungono le 243 misure economiche aggiuntive promulgate da Donald Trump ed ancora in vigore dopo l’elezione di Joe Biden, la crisi economica che la recente pandemia di Covid 19 ha causato all’isola privandola della sua principale fonte di ingresso di moneta pregiata ovvero il turismo, che hanno reso la vita ancora più difficile ai cubani non ci dobbiamo stupire se poi qualcuno non si reca alle urne per votare ed imputa, in maniera anche troppo superficiale, al governo la responsabilità della situazione che giornalmente si trova a vivere.

Ma si sa che chi spera in una rivoluzione colorata anche a Cuba, lautamente finanziato dalle varie organizzazioni statunitensi, non perde occasione per creare malcontento nella popolazione usando adesso il canale più semplice per comunicare alle folle, ovvero internet ed i suoi social network.

di Andrea Puccio

Fonte: www.occhisulmondo.info

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EnglishItalianPortugueseSpanish