Ha 104 anni, ma ci tiene a vedere il film Hacking Justice, che racconta la vicenda di Julian Assange e anche a prendere la parola dopo la proiezione. Bruno Segre – ex partigiano, politico, giornalista – sarà l’ospite d’onore per la proiezione del film di Clara Lopez Rubio e Juan Pancorbo, il 6 luglio alle ore 17 a Torino presso il Palazzo San Daniele, sede juvarriana del Polo del ‘900 in via del Carmine 14.
L’evento è promosso dalla Federazione provinciale torinese dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA), di cui Segre è presidente, insieme al gruppo FREE ASSANGE Italia in collaborazione con il Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste. Interverrà anche Boris Bellone del Comitato esecutivo ANPPIA e figlio del perseguitato politico antifascista Sergio Bellone. L’evento è aperto al pubblico ed è gratuito.
Hacking Justice ricostruisce la vicenda dell’editore e giornalista australiano Julian Assange, destinato a finire seppellito vivo nelle carceri statunitensi per aver smascherato e denunciato i crimini di guerra degli USA e dei loro alleati. I registi hanno filmato interviste rivelatrici con il fondatore di Wikileaks durante la sua prigionia nell’Ambasciata ecuadoriana di Londra e hanno seguito il suo avvocato, Baltasar Garzon, in tutto il mondo.
Come in un thriller senza respiro, Garzon si batte contro le incessanti insidie della CIA e del Dipartimento di Giustizia statunitense nel tentativo di fare luce su una delle più grandi persecuzioni politiche e giudiziarie del nostro tempo. Una vicenda con profonde implicazioni per la nostra libertà d’informazione e il nostro diritto di sapere. Una storia che risuona particolarmente in un momento in cui la magistratura britannica ha appena autorizzato formalmente l’estradizione di Assange negli Stati Uniti.
Secondo Alessia Pesando, attivista di “FREE ASSANGE Italia”, solo la pressione dell’opinione pubblica mondiale potrebbe indurre un ripensamento dei governi statunitense e britannico. “Infatti, sottolinea Pesando, “gesti come il nostro, messi insieme alle migliaia di altri tributi a Julian in tutto il mondo, potranno creare uno tsunami di opinione pubblica capace di convincere i poteri forti angloamericani a desistere dalla loro persecuzione.”