Nelle parole di Noam Chomsky, “l’ossessione isterica di Washington di schiacciare Cuba fin dai primi giorni della sua indipendenza nel 1959 è uno dei fenomeni più strani della storia moderna”. Per denunciare quello che Chomsky definisce “sadismo gretto”, si terrà a Bruxelles, il 16 e 17 novembre, un Tribunale internazionale contro il blocco statunitense contro Cuba.
Per l’occasione è stata nominata una giuria internazionale composta da cinque giudici, che ascolteranno le prove durante le diverse sessioni del tribunale. Su questa base il comitato elaborerà un verdetto che potrà servire come base solida per rafforzare la campagna contro il blocco.
Il 16 e 17 novembre saranno quindi due giorni importanti che segneranno il bilancio di oltre 60 anni di blocco economico, finanziario e commerciale, un blocco il cui unico obiettivo è incitare il popolo cubano a ribellarsi al proprio governo attraverso enormi deficit. in tutti gli ambiti della società.
Lester Mallory, vicesegretario di Stato americano per gli affari interamericani, descrisse questo obiettivo già nel 1960: “Provocare disincanto e scoraggiamento attraverso il malcontento e la deprivazione economica, indebolire la vita economica di Cuba, privarla di denaro e beni con l’obiettivo di abbassare i salari nominali e reali, provocando fame e disperazione e provocando il rovesciamento del governo”.
Il fatto che il 2 novembre solo gli Stati Uniti e Israele abbiano votato all’ONU contro la condanna del blocco la dice lunga, se non tutto.
Non ha precedenti che, nonostante 64 anni di blocco e 31 anni di condanne consecutive dell’ONU, questa massiccia violazione dei diritti umani del popolo cubano continui senza tregua. Il fatto che il 2 novembre solo gli Stati Uniti e Israele abbiano votato contro la sua condanna la dice lunga, se non tutto. Così come il fatto che l’Ucraina di Zelenskyj si sia astenuta, nonostante più di 20.000 ucraini, per lo più bambini, abbiano ricevuto cure mediche gratuite a Cuba negli anni successivi al disastro nucleare di Chernobyl.
Quante vite sono state perse, sono perse o rischiano di essere perse a causa di queste misure? Il calcolo è molto difficile da calcolare, poiché oltre alle vittime dirette ci sono le conseguenze collaterali e il dolore che le difficilissime condizioni quotidiane impongono alle persone e alle famiglie. Ciò non appare in nessuna statistica. È il costo silenzioso dei genocidi, quello che penetra più in profondità ed è più difficile da stimare.
Il professore emerito di diritto e specialista in diritto internazionale e diritti umani, il tedesco Norman Paech, presiederà il collegio dei giudici della Corte internazionale. Sarà assistito da altri quattro giudici. L’italiano Simone Dioguardi è uno specialista in diritto commerciale internazionale, tra gli altri campi. Il portoghese Ricardo Joao Duarte Rodrigues Avelas Nunes è un esperto di diritto amministrativo. Del panel fa parte anche Dimitrios Kaltsonis, professore greco di Teoria dello Stato e del diritto all’Università di Atene. Infine, dagli Stati Uniti si è unita al panel Mara Verheyden-Hilliard, prestigiosa avvocatessa specializzata in diritti umani ed esperta di diritto costituzionale.
Il procuratore generale è l’avvocato belga Jan Fermon, presidente dell’Associazione internazionale dei giuristi democratici (IADL). Fanno parte della sua squadra anche l’avvocato americano Nana Yaa Sernaah-Akoto Gyamfi e lo spagnolo Antonio Segura Hernández.
Tutta una serie di esperti e testimoni internazionali faranno luce sulle conseguenze pratiche del blocco in diverse aree.
Inoltre, esperti e testimoni internazionali metteranno in evidenza le conseguenze pratiche del blocco in diversi settori, come l’economia e la finanza, così come la salute, la cultura, le relazioni internazionali e i media.
Uno di questi è il danese Mogens Lykketoft, che ha presieduto l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015. L’eurodeputato spagnolo Miguel Ángel Martínez, presidente del Parlamento europeo dal 2007 al 2014, testimonierà l’illegale extraterritorialità del blocco.
Pascual Serrano, uno dei giornalisti fondatori del sito Rebelión, e José Manzaneda, fondatore del sito Cuba Information, riferiranno sulla manipolazione dei media contro Cuba.
Particolare attenzione sarà prestata all’ingiustificata inclusione di Cuba nella lista statunitense dei paesi che sostengono il terrorismo e all’impatto di tale decisione sull’isola. Ne parlerà l’avvocato spagnolo Enrique Santiago, che ha partecipato ai negoziati tra le FARC e l’esercito colombiano all’Avana. Questi negoziati, che hanno portato alla pace in Colombia, sono stati la ragione immediata per cui Cuba è stata inclusa nella lista dei paesi terroristi.
È tempo di porre fine a questo blocco, che viola massicciamente i diritti umani. Non solo per i cubani, ma anche, ad esempio, per i pazienti diabetici in Europa e negli Stati Uniti, che potrebbero essere curati con successo con una medicina cubana per le ferite diabetiche sui piedi e sulle gambe ed evitare le amputazioni.