Ma quale civiltà? L’occidente vota per la barbarie
La grande maggioranza del mondo chiede il cessate il fuoco a Gaza. 153 voti favorevoli, all’Assemblea Generale dell’ONU.
Ma fra i 23 astenuti e i 10 contrari c’è la maggioranza dei paesi occidentali, europei e del G7. Solo Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Malta, Lussemburgo, Belgio e Slovenia hanno votato a favore. L’Italia è fra gli astenuti.
La foto degli Stati Uniti con la mano alzata a mettere il veto nel Consiglio di Sicurezza rimarrà nella storia, come una vergogna incancellabile. E anche l’Unione Europea, con qualche importante eccezione, continua a stare dalla parte della barbarie.
Il governo e l’esercito israeliano stanno calpestando tutto il diritto internazionale e tutto il diritto umanitario, che chiunque nel mondo avrebbe l’obbligo di rispettare, Israele inclusa.
A Gaza si sta consumando uno dei peggiori crimini di guerra mai compiuti dalla fine della seconda Guerra Mondiale, che dovrà essere giudicato e punito dalle istituzioni internazionali preposte.
E per il diritto internazionale sono vietate anche l’occupazione, le colonie, gli espropri di case e di terre, le deportazioni, gli arresti arbitrari, i muri di separazione, le vessazioni sulla popolazione civile che da decenni Israele impone alla Palestina.
Ma, alla faccia della retorica sui valori europei, la maggioranza dei governi del nostro continente prosegue con la complicità e il sostegno al governo razzista israeliano, i due pesi e due misure, la disumanizzazione del popolo palestinese, e la giustificazione del massacro.
Non in nostro nome.
Continueremo a chiedere il cessate il fuoco immediato e permanente, la liberazione degli ostaggi, dellɜ prigionierɜ palestinesi, una soluzione politica, la fine dell’occupazione e delle colonie, il pieno riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla terra, alla libertà e alla autodeterminazione, una pace giusta per due popoli che hanno gli stessi diritti.
Con la campagna “Palestina: con altri occhi” ci impegniamo a offrire ai nostri circoli, alle comunità locali, alle persone strumenti utili per ragionare con la propria testa, fuori da ogni propaganda, per stare dalla parte giusta della storia, che è quella delle vittime e dellɜ innocenti.