Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri
Il Ministero degli Affari Esteri ribadisce la sua profonda preoccupazione per la continua escalation di violenza da parte di Israele nei territori palestinesi illegalmente occupati, in flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, comprese numerose risoluzioni delle Nazioni Unite.
Il Ministero condanna fermamente, ancora una volta, l’uccisione di civili, in particolare donne, bambini e operatori umanitari del sistema delle Nazioni Unite, nonché i bombardamenti indiscriminati contro la popolazione civile palestinese e la distruzione di case, ospedali e infrastrutture civili.
Israele continua ad agire nella totale impunità perché gode della complice protezione degli Stati Uniti, che ostacolano e pongono ripetutamente il veto all’azione del Consiglio di Sicurezza, minando la pace, la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo.
La Repubblica di Cuba è Stato Parte della Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio dal 1953 e, in conformità con gli impegni assunti in tale ambito, ha l’obbligo di prevenire e punire il genocidio.
In tale contesto, esprime il proprio sostegno alla richiesta della Repubblica del Sud Africa di avviare un procedimento contro Israele dinanzi alla Corte internazionale di giustizia, in relazione alle violazioni da parte di tale paese degli obblighi derivanti dalla Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di Genocidio.
Questa procedura davanti al principale organo giudiziario delle Nazioni Unite deve essere intesa e ascoltata come un appello urgente a fermare gli orribili crimini internazionali di genocidio, contro l’umanità e di apartheid commessi contro il popolo palestinese.
Nonostante i ripetuti appelli alla pace nei territori occupati illegalmente, da 75 anni si delinea chiaramente la commissione di un crimine di genocidio, che assume attualmente proporzioni estreme e richiede l’azione congiunta dei popoli e dei governi del mondo, per risolvere immediatamente e fermare lo sterminio indiscriminato di ragazze, ragazzi, donne e della popolazione civile in generale.
L’Avana, 11 gennaio 2024