Consigliamo a tutte/i di vedere (ed anche rivedere) le relazioni dell’interessantissimo incontro che si è tenuto lunedì 15 gennaio alla Fabbrica delle “e” di Torino.
Relazioni di alto livello di approfondimento e comprensione del fenomeno repressivo che si sta attuando nel nostro paese (ma non solo, si sono analizzati i medesimi fenomeni in Spagna, Francia ed Inghilterra).
Fenomeno repressivo che si attua in particolare per “garantire” la sicurezza delle città, divenute luoghi sempre più “economici”, dedite al turismo e al consumo, e sempre meno “sociali” dedite al benessere e alla promozione di tutti i suoi cittadini, nessuno escluso.
Il dissenso disturba e rallenta, mette i bastoni tra le ruote di uno sviluppo economico che sempre più emargina gli esclusi e distrugge l’ambiente.
Ecco allora come le legislazioni si torcono nel limitare i “diritti al dissenso” ossia alla possibilità di sviluppare quella pluralità di pensieri che sarebbe garantita dalla nostra costituzione.
Legislazioni che armano le mani e le pratiche nella gestione dell’ordine pubblico (nonostante quanto provi a dire il rappresentante sindacale della polizia illustrando pratiche che la maggior parte del pubblico disconosce) e che promuovono la repressione ed una maggiore severità investigativa e comminativa da parte delle procure, tendenzialmente volte a criminalizzare le aree di dissenso.
Buona visione e buona riflessione a tutte/ coloro che pensano che in una sana democrazia possa esistere l’espressione del dissenso (anche di quello più urticante).