E’ stato depositato un ricorso civile al Tribunale di Roma per chiedere un intervento urgente della magistratura che vieti al governo italiano di essere complice con le violazioni di diritti umani da parte delle autorità israeliane a Gaza, ivi compreso l’ulteriore trasporto e vendita di armi.
Il signor Salahaldin è un palestinese di 49 anni, di professione avvocato; egli ha perso tutto – la sua casa, il suo quartiere e i suoi preziosi ricordi – a causa dei pesanti bombardamenti israeliani con fosforo bianco, raid aerei e attacchi di terra nella sua città.
Sfortunatamente, la perdita è ancora più devastante in quanto ha perso anche diversi membri della famiglia, tra cui sua madre, suo fratello, sua sorella e sua nipote Jude di 2 anni, in un bombardamento notturno che ha colpito la casa in cui avevano cercato rifugio.
Poi è fuggito dal paese tramite il valico di Rafah per mettere in salvo i propri figli, mentre il resto della famiglia è a Gaza, in gravissimo pericolo.
Poche settimane dopo che la Corte d’Appello dell’Aia ha vietato al governo olandese di inviare parti dell’aereo F-35 in Israele a causa di un “chiaro rischio” di violazione del diritto umanitario a Gaza, un altro caso legale colpisce quindi un governo dell’UE. Anche la Corte Internazionale di Giustizia, su richiesta del Sudafrica, ha ordinato misure cautelari a Israele ritenendo “plausibile” la commissione di un genocidio.
Queste iniziative giuridiche rispondono agli appelli della popolazione palestinese e della comunità internazionale affinché vengano assunte iniziative nette di difesa dei diritti fondamentali della popolazione palestinese sistematicamente violati.
Salahaldin afferma che l’Italia ha l’obbligo giuridico, ai sensi del diritto internazionale, di esercitare pressioni su coloro che si ritiene stiano commettendo crimini contro l’umanità e di genocidio, ai sensi, tra l’altro, dell’art. 1 del Protocollo 1 della Convenzione di Ginevra contro il genocidio.
L’assistenza attiva – si legge nella sua memoria – può costituire complicità ai sensi dell’art. 3 della Convenzione di Ginevra e comunque configura una responsabilità civile dello Stato italiano.
La causa elenca violazioni specifiche che si ritiene siano state commesse dall’Italia, inclusa la continua vendita di armamenti dopo l’inizio dell’aggressione, e chiede pertanto al Tribunale di ordinare:
- Il divieto di vendita o trasferimento di armi e materiali correlati, compresi software e materiali a duplice uso;
- Il divieto di stipulare nuovi contratti relativi ad armi e l’ordine di annullare quelli firmati dopo il 7 ottobre 2023;
- Il divieto di uso dello spazio aereo italiano per qualsiasi uso che possa essere correlato al trasferimento di armi e intelligence a Israele;
- di partecipare a tutte le votazioni in sede ONU nonché di Consiglio Europeo e di ogni altro organismo internazionale che risponda ai requisiti dell’art. 11 della Costituzione italiana, finalizzate a far cessare incondizionatamente le operazioni militari nella Striscia di Gaza e a salvaguardare le vite della popolazione palestinese;
- di ripristinare i finanziamenti all’UNRWA, l’unica Agenzia dell’ONU che fornisce supporto umanitario all’interno della Striscia ai rifugiati palestinesi che costituiscono i due terzi della popolazione di Gaza.
Ricorrente: Salahaldin M. A. Abdalaty.
Convenuti: Presidenza italiana del Consiglio dei ministri, Ministro degli Affari Esteri, Ministro della Difesa.
Avvocati del ricorrente: Avv. Stefano Bertone, Avv. Marco Bona, Avv. Gianluca Vitale, Avv. Emanuele D’Amico (Ordine degli Avvocati di Torino)
Adesioni:
The Independent Commission for Human Rights (ICHR) – Palestina; Asociación Libre de Abogadas y Abogados (ALA) – Madrid; Associazione Nazionale Giuristi Democratici – Italia; Association of Lawyers for
Freedom (ÖHD) – Turchia; Centro di Ricerca e Elaborazione per la Democrazia – Gruppo di Intervento
Giuridico Internazionale (CRED-GIGI) – Italia; Haldane Society of Socialist Lawyers – Regno Unito; International Association of Democratic Lawyers (IADL); Legal Centre Lesvos – Grecia; Legal Team Italia Italia; National Association of Democratic Lawyers (NADEL) – Sudafrica; National Lawyers Guild International – Stati Uniti; National Union of Peoples’ Lawyers (NUPL) – Filippine; Progressive Lawyers Association (ÇHD) – Turchia; Socialist Lawyers’ Association of Ireland – Irlanda.
Informazioni di contatto: gazaitaly.case@gmail.com
La testimonianza in video di Salahaldin M. A. Abdalaty