Da settimane le occupazioni universitarie a Torino, in Italia e nel mondo chiedono incessantemente la fine del genocidio in Palestina e la fine del supporto dell’Occidente allo stato occupante di Israele.
In Italia la politica, i rettori e le rettrici pur di non affrontare la questione e mantenere le cose come stanno, hanno tentato in vari modi di delegittimare e dividere le occupazioni studentesche.
Una di queste strategie è lo spacciare le università come ambienti completamente isolati dalle città che le circondano, utilizzando la “retorica degli infiltrati” e tentando di limitare e controllare gli accessi alle sedi universitarie.
La realtà è che l’università è il cuore pulsante della città, un ambiente giovane dove cultura e idee diventano desiderio di cambiamento, e questo desiderio si concretizza in una vera e propria rivoluzione culturale, alla quale stanno partecipando sempre più numerose associazioni, organizzazioni e migliaia di singol* cittadin*.
La città supporta l’università e l’università dà nuova vita alla città, in un percorso di crescita comune e di lotta per la giustizia al fianco dei popoli oppressi di tutto il mondo.
Torino per Gaza ha deciso di organizzare questi eventi sia negli spazi cittadini che in quelli delle università occupate dall’intifada studentesca per favorire la coesione e il dialogo tra università e città.