IL MIO QUINTO VIAGGIO A CUBA – di Maddalena Celano

Asilo Cuba

Sulle Tracce della Resistenza: Cuba tra Storia, Cultura e Spirito Indomito

Il mio quinto viaggio a Cuba è stato molto più di una semplice avventura turistica: è stato un rinnovato pellegrinaggio politico, un’immersione profonda nella storia rivoluzionaria e nell’anima resistente di un popolo che non ha mai smesso di lottare per la sua dignità e indipendenza.

Partenza e Arrivo: 29 Luglio – 30 Luglio

Il 29 luglio ho lasciato l’Italia, consapevole che mi stavo dirigendo verso un luogo dove ogni strada, ogni edificio e ogni sguardo portano con sé l’eco di una rivoluzione che ha cambiato il corso della storia. Giunta a Cuba il giorno successivo, il 30 luglio, sono stata accolta dall’abbraccio caldo e umido di un’isola intrisa di memoria e speranza. Il profumo dell’oceano, misto a quello del tabacco, mi ha subito trasportato in un’atmosfera che sa di resistenza e solidarietà.

Primi Giorni all’Avana: 30 Luglio – 1° agosto

I primi giorni all’Avana sono stati un tuffo nella storia viva della Rivoluzione Cubana. Ho camminato per le strade del Vedado, non solo come turista, ma come una militante in cerca delle tracce lasciate dai rivoluzionari. Questo quartiere, con la sua architettura coloniale e le ville art déco, rappresenta l’anima contraddittoria di un paese che ha saputo reinventarsi, sfidando l’imperialismo e costruendo un futuro di autodeterminazione.

Durante il mio soggiorno all’Avana, non potevo perdere una visita all’Hotel Nacional de Cuba, un autentico simbolo della storia e del glamour dell’isola. Situato sulla collina di Cerro, l’hotel offre una vista spettacolare sul Mar dei Caraibi e sulla città dell’Avana. Inaugurato il 30 dicembre 1930, l’Hotel Nacional è stato progettato dall’architetto statunitense Morris Lapidus, noto per il suo stile Art Déco che caratterizza l’edificio.

L’Hotel Nacional è uno dei luoghi più emblematici di Cuba, non solo per la sua eleganza architettonica, ma anche per il suo ruolo cruciale nella storia cubana e internazionale. Fin dai suoi primi anni, ha ospitato una moltitudine di ospiti illustri, tra cui capi di stato, artisti e scrittori. Tra i visitatori più famosi figurano il filosofo francese Jean-Paul Sartre, l’ex primo ministro britannico Winston Churchill e l’icona della musica Frank Sinatra.

Nel contesto storico, l’Hotel Nacional ha svolto un ruolo significativo durante la Rivoluzione Cubana. Nel 1959, subito dopo la vittoria della Rivoluzione, l’hotel divenne un centro strategico per le riunioni tra i leader rivoluzionari e gli emissari internazionali. I suoi giardini e le sale d’opera hanno visto importanti discussioni sulla nuova direzione politica del paese.

L’Hotel è anche noto per la sua resistenza durante il fallito tentativo di invasione da parte dei controrivoluzionari nell’Operazione di Playa Girón (Bay of Pigs) nel 1961. Durante questo periodo, l’hotel divenne un punto di osservazione e di strategia per le forze cubane, che difesero con successo il paese dall’invasione.

Architettonicamente, l’Hotel Nacional è caratterizzato da una combinazione di stili che riflettono il suo periodo di costruzione, inclusi elementi Art Déco e influenze coloniale spagnole. Le sue torri imponenti, i suoi ampi giardini e le sue sale decorate con marmi e affreschi trasmettono un senso di opulenza e grandezza. Il giardino dell’hotel è adornato da statue e fontane che aggiungono un tocco di eleganza e tranquillità, rendendo l’area un luogo perfetto per passeggiate e momenti di relax.

Oggi, l’Hotel Nacional continua a essere un faro della cultura cubana e un punto di riferimento storico. La sua lunga storia e il suo status di lusso lo rendono una destinazione imperdibile per chiunque visiti L’Avana, offrendo una prospettiva unica sulla ricca eredità culturale e storica di Cuba.

La visita all’Hotel Nacional è stata un’occasione per riflettere sui complotti internazionali e sulle strategie di resistenza che hanno segnato la storia cubana. Questo luogo, che ha ospitato innumerevoli figure di grande spessore e prestigio internazionale, è un simbolo delle lotte che hanno attraversato l’isola, un punto di osservazione privilegiato.

Durante la mia visita a L’Avana, una delle tappe più significative è stata la visita alla Casa di Ernest Hemingway, situata a Finca Vigía, in compagnia della mia amica Barbara Iadevaia (grande amica di Cuba e solidale con la popolazione dell’ isola). Questa splendida villa si trova a circa 15 chilometri a sud-est del centro dell’Avana, nel quartiere di San Francisco de Paula, una zona allora rurale ma oggi parte integrante della città. La casa, costruita nel 1886 da un architetto catalano, è immersa in una rigogliosa vegetazione tropicale, con ampi giardini che offrono una vista mozzafiato sulla città e sul Mar dei Caraibi.

Hemingway, uno degli scrittori americani più celebri del XX secolo, acquistò questa proprietà nel 1940 e vi risiedette per circa 20 anni, scrivendo alcune delle sue opere più importanti, tra cui “Il vecchio e il mare” e “Per chi suona la campana”. La villa è caratterizzata da un’architettura semplice e lineare, con ampie finestre che lasciano entrare la luce naturale, rendendo gli interni ariosi e luminosi. Gli ambienti conservano ancora oggi gran parte degli arredi originali, inclusa la vasta collezione di libri, dipinti e trofei di caccia dello scrittore.

Un elemento distintivo della Casa di Hemingway è la torre di guardia (da cui il nome Finca Vigía, che significa “fattoria di guardia”), una piccola struttura che l’autore fece costruire accanto alla villa per avere un luogo appartato dove scrivere in tranquillità. Tuttavia, Hemingway preferiva scrivere in piedi, nella stanza che fungeva da biblioteca, circondato dai suoi libri e con vista sui giardini.

Il parco circostante è un rifugio di pace e bellezza naturale, dove Hemingway allevava i suoi amati gatti e ammirava il panorama dell’Avana. Nel giardino, si trova ancora la piscina dove l’autore ospitava i suoi celebri amici, come Ava Gardner e Spencer Tracy. Un altro punto di interesse è la barca di Hemingway, “Pilar”, ormeggiata nel giardino e conservata come un prezioso cimelio. La “Pilar” era la sua compagna fedele nelle battute di pesca al largo delle coste cubane, un passatempo che ispirò molte delle sue storie.

La Casa di Hemingway a Finca Vigía non è solo un luogo di interesse turistico, ma un simbolo del profondo legame che lo scrittore aveva con Cuba e con il suo popolo. Questo legame si riflette nelle sue opere e nelle sue attività filantropiche, come il sostegno alla comunità locale durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Hemingway organizzò una flotta di pescatori cubani per pattugliare le coste alla ricerca di sottomarini tedeschi.

La casa, oggi museo, è un esempio vivente del patrimonio culturale cubano, una finestra sulla vita di un uomo che, nonostante la sua fama mondiale, trovò a Cuba una seconda patria. La visita a Finca Vigía non è solo un viaggio nella vita di Hemingway, ma un’opportunità per immergersi nella storia e nella cultura di Cuba, in un luogo dove letteratura e vita quotidiana si intrecciano in un armonioso connubio.

Alla Casa di Hemingway ho sentito il peso della responsabilità che lo scrittore sentiva verso Cuba, un luogo che ha amato e difeso. Questo legame tra l’artista e l’isola è un esempio di come la cultura possa diventare un’arma potente contro l’oppressione. Hemingway, con il suo amore per il popolo cubano, è diventato un simbolo della solidarietà internazionale che ha accompagnato la Rivoluzione.

Durante il giorno, ho incontrato con Sua Eccellenza Yeshika Crespo, Embajadora De Bolivia en Cuba, è stato un momento di riflessione profonda sulle alleanze politiche e sui legami di fratellanza che uniscono i popoli dell’America Latina. Questi rapporti diplomatici, basati sulla condivisione di ideali rivoluzionari, rappresentano la forza e la determinazione di un continente che lotta contro il neocolonialismo.

Successivamente ho visitato il Cristo Redentore, costruito pochi mesi prima della Rivoluzione, che mi ha offerto una visione panoramica non solo dell’Avana, ma della storia che si è svolta ai suoi piedi. Da lì, la vista sulla  Fortezza della Cabana (Fuerte de la Cabaña), situata su una collina che domina il porto dell’Avana, è uno dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia dell’isola. Costruita tra il 1763 e il 1774 dagli spagnoli per difendere la città dai pirati e dalle incursioni nemiche, questa imponente struttura militare è stata progettata con robuste mura di pietra e torri difensive che dominano il paesaggio circostante.

La Fortezza della Cabana è conosciuta non solo per la sua architettura difensiva, ma anche per il suo ruolo cruciale durante la Rivoluzione Cubana. Dopo la vittoria dei ribelli nel 1959, la fortezza divenne un importante centro per il governo rivoluzionario. Ernesto “Che” Guevara, che assunse il ruolo di Ministro dell’Industria e capo dell’Amministrazione dell’Industria, vi stabilì il suo quartier generale. Guevara utilizzò la fortezza come base per la riforma e l’organizzazione dell’economia cubana. In questo contesto, la Cabana divenne simbolo della lotta per il socialismo e dell’impegno del nuovo governo per il cambiamento.

Durante il suo periodo alla Fortezza, Che Guevara lavorò per implementare le riforme economiche e sociali del governo, sfruttando l’importante posizione strategica della Cabana per coordinare le operazioni e le strategie. L’area che un tempo era un avamposto militare divenne un fulcro per le attività politiche e amministrative, e le sue sale e uffici furono testimoni di importanti decisioni storiche.

Oggi, la Fortezza della Cabana è un sito di grande interesse storico e culturale. È un museo che ospita esposizioni che raccontano la storia della città e il suo ruolo nelle diverse epoche. Ogni sera, la fortezza offre uno spettacolo di rievocazione storica con il cerimoniale del cannone, che segna il tramonto e rievoca le tradizioni militari dell’epoca coloniale.

La vista panoramica dalla fortezza è spettacolare, offrendo una vista completa sulla città dell’Avana e sul porto. Passeggiando tra le sue mura, è impossibile non percepire il peso della storia e delle lotte che hanno plasmato il destino di Cuba. La Fortezza della Cabana è un potente simbolo del passato coloniale e della rivoluzione cubana, un luogo dove la storia, la cultura e il sacrificio si intrecciano in un monumento senza tempo.

Il 1 agosto, camminando per le strade dell’Avana, ho percepito l’energia di una città che non si arrende. Il Malecón, con i suoi 8 km di lungomare, è un simbolo di resilienza: qui, tra le onde dell’oceano e la brezza marina, i cubani trovano la forza di affrontare le difficoltà quotidiane con il sorriso e la musica, come a voler sfidare le avversità con la loro cultura e il loro spirito indomabile.

Viñales: 2 – 4 Agosto

Grazie al supportro e al sostegno dei compagni dell’ Icap di Pinar del Rio, ho visitato l’Expo Proyecto Artístico Comunitario Espacio Abierto, che è un’iniziativa culturale e artistica che si svolge a Viñales, Cuba, e rappresenta un’importante piattaforma per l’arte e la creatività all’interno della comunità. Questo progetto artistico comunitario si distingue per la sua capacità di coinvolgere artisti locali e membri della comunità in un dialogo vivace e collaborativo attraverso l’arte.

Espacio Abierto, come suggerisce il nome, è un “spazio aperto” dedicato alla libertà espressiva e alla creatività. Questo progetto crea un ambiente in cui gli artisti locali e gli abitanti di Viñales possono esprimere le loro idee e visioni attraverso una varietà di forme artistiche, tra cui pittura, scultura, fotografia, e installazioni. Il progetto è caratterizzato da un forte coinvolgimento della comunità. Non si limita a presentare lavori di artisti professionisti, ma incoraggia anche la partecipazione attiva degli abitanti di Viñales. Questo approccio aiuta a rafforzare i legami sociali e culturali, permettendo ai residenti di avere una voce e un ruolo attivo nella scena artistica locale.

 L’Expo include una serie di eventi, mostre e performance che si tengono regolarmente. Questi eventi sono progettati per mostrare il lavoro degli artisti locali, offrendo loro una piattaforma per presentare le loro opere e per interagire con il pubblico.

 Oltre alle esposizioni, Espacio Abierto organizza workshop e attività educative che mirano a stimolare la creatività e a fornire opportunità di apprendimento per artisti emergenti e per i membri della comunità interessati all’arte.

Il progetto non solo valorizza l’arte e la cultura di Viñales, ma contribuisce anche alla promozione e alla preservazione delle tradizioni culturali cubane. È un punto di riferimento per la cultura regionale, favorendo il dialogo culturale e il riconoscimento della ricca eredità artistica di Cuba.

In sintesi, l’Expo Proyecto Artístico Comunitario Espacio Abierto è un’iniziativa che arricchisce la vita culturale di Viñales, offrendo uno spazio dinamico per l’espressione artistica e la partecipazione comunitaria. È un esempio di come l’arte possa servire come mezzo per costruire comunità, celebrare la cultura e stimolare la creatività locale. L’Expo Proyecto Artístico Comunitario Espacio Abierto è stato ideato dall’ artista Luis Lázaro Díaz. Luis Lázaro Díaz è un artista e curatore cubano noto per il suo impegno nel promuovere l’arte e la cultura a livello comunitario.

Il progetto è nato con l’intento di creare uno spazio in cui l’arte possa essere un mezzo per il coinvolgimento e l’educazione della comunità, incoraggiando la partecipazione attiva degli abitanti e favorendo la condivisione culturale. Díaz ha lavorato per trasformare Viñales in un centro di attività artistica e culturale, utilizzando l’arte come strumento per il dialogo e la coesione sociale.

Sempre grazie ai compagni dell’ Icap Pinar del Rio, ho avuto l’ opportunità di visitare il Jardín Botánico de Viñales, che è un affascinante angolo verde situato nella pittoresca Valle di Viñales, una delle regioni più iconiche di Cuba, famosa per le sue spettacolari formazioni rocciose chiamate mogotes e per i suoi paesaggi naturali mozzafiato. Questo giardino botanico è un piccolo paradiso che racchiude la ricchezza e la diversità della flora cubana, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nella natura tropicale.

Fondato nel 1918 da una famiglia locale, il giardino è rimasto un tesoro nascosto per molti anni, preservato con amore e cura attraverso le generazioni. Oggi, è una tappa imperdibile per coloro che visitano Viñales, non solo per la sua collezione botanica, ma anche per il suo valore storico e culturale. Il giardino si estende su un’area relativamente piccola, ma è densamente popolato da una vasta gamma di piante, tra cui orchidee, felci, cactus, palme, e numerose specie di piante medicinali e ornamentali.

Uno degli aspetti più affascinanti del Jardín Botánico de Viñales è la sua atmosfera intima e familiare. I visitatori vengono accolti dai discendenti della famiglia fondatrice, che offrono visite guidate e raccontano storie sulla storia del giardino e sulle proprietà delle diverse piante. Questa esperienza personale e autentica rende la visita particolarmente speciale, creando un legame tra la bellezza naturale e la cultura locale.

Il giardino è anche un luogo di tranquillità, dove è possibile passeggiare tra i sentieri ombreggiati, ammirare la varietà di fiori colorati e godersi la serenità del paesaggio circostante. Alcune delle piante presenti nel giardino sono endemiche della regione di Viñales, rendendo questo luogo un importante santuario per la conservazione della flora locale.

In sintesi, il Giardino Botanico di Viñales è una gemma nascosta che offre una pausa rilassante e istruttiva all’interno di una delle aree naturali più spettacolari di Cuba. È un luogo che combina la bellezza della natura con la calda ospitalità cubana, rendendo la visita un’esperienza memorabile per tutti coloro che amano la natura e desiderano conoscere meglio la ricchezza botanica dell’isola.

Il viaggio verso Viñales è stato un ritorno alle radici della lotta contadina. Questa regione, con le sue imponenti formazioni calcaree e le fertili valli, è un emblema delle lotte agricole cubane. Qui, tra il Palenque de los Cimarrones e la Ruta del Tabacco, ho potuto toccare con mano la storia della resistenza degli schiavi afro-cubani e dei contadini che hanno lottato per la loro terra e la loro libertà. Il Palenque de los Cimarrones di Viñales, è un sito di grande rilevanza storica e culturale, la zona è dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il termine “palenque” si riferisce agli insediamenti creati dagli schiavi africani fuggiti dalle piantagioni, noti come cimarrones, che cercavano libertà e autonomia nelle aree più remote e impervie del paese.

Nella Valle di Viñales, caratterizzata da spettacolari formazioni rocciose e una vegetazione lussureggiante, il Palenque de los Cimarrones rappresenta una testimonianza di questa storia di resistenza e lotta per la libertà. Il sito, circondato da montagne calcaree e grotte naturali, ricrea un villaggio cimarrón, offrendo ai visitatori un’immersione nella cultura afro-cubana e nella vita degli schiavi fuggitivi.

Oggi, il Palenque de los Cimarrones è una popolare attrazione turistica, dove è possibile esplorare le grotte, assistere a spettacoli di musica e danza tradizionali afro-cubane, e apprendere la storia dei cimarrones. Questo luogo non solo celebra la resilienza e l’orgoglio della comunità afro-cubana, ma offre anche un’opportunità per comprendere meglio l’eredità culturale africana che ha influenzato profondamente la cultura cubana.

 Il Murales della Preistoria a Viñales è una delle opere d’arte più impressionanti e simboliche di Cuba. Con i suoi 1200 metri quadrati di pittura, si erge come un potente richiamo alla continuità storica della lotta per la libertà e l’identità del popolo cubano. Realizzato sulla parete di uno dei mogotes, le caratteristiche formazioni rocciose della valle, il murales è un’opera monumentale che racconta la storia dell’evoluzione dell’umanità, dalla preistoria fino alla modernità.

Progettato dall’artista cubano Leovigildo González Morillo nel 1961 su richiesta di Fidel Castro, l’opera si propone di rappresentare il progresso della vita sull’isola, partendo dai tempi più remoti, attraverso le fasi evolutive dei molluschi, dei dinosauri e delle prime tribù indigene, fino ad arrivare all’uomo moderno. Questa narrazione visiva non è solo un omaggio alla storia naturale, ma un simbolo della forza e della resilienza del popolo cubano, che ha saputo superare le avversità e le sfide nel corso dei secoli.

Il Murales della Preistoria diventa così una metafora della resistenza e della tenacia di un popolo che non si è mai arreso, un popolo che, come le figure dipinte sulla roccia, continua a camminare verso il futuro, radicato nella propria storia e identità. Il murales, con la sua imponente presenza, invita i visitatori a riflettere sulla continuità della lotta e sulla capacità di rinnovamento che caratterizza la nazione cubana.

Pinar del Rio, 5-7 agosto:

Attività Culturali e Militanti a Pinar del Río

Le attività culturali organizzate dall’ICAP di Pinar del Río sono state un’occasione straordinaria per comprendere come la cultura e la rivoluzione siano intimamente connesse nella costruzione dell’identità cubana. In un momento storico in cui l’isola continua a resistere alle pressioni imperialiste, l’importanza della cultura come strumento di emancipazione e di resistenza diventa più evidente che mai. La visita al Centro della Federazione delle Donne Cubane (FMC) di Pinar del Rio, è stata particolarmente significativa. Le donne della FMC mi hanno illustrato con passione e dettagli l’importanza della lotta per l’emancipazione femminile a Cuba, sottolineando come, fin dagli albori della Rivoluzione, le donne abbiano svolto un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione sociale e politica dell’isola. In un paese che ha dovuto fronteggiare decenni di embargo e isolamento, le donne cubane sono state e continuano a essere le colonne portanti della società, occupando ruoli di primo piano nella sanità, nell’educazione e nella politica. Questa organizzazione, fondata nel 1960 sotto la guida di Vilma Espín, ha promosso politiche progressiste che hanno radicalmente migliorato la vita delle donne, riducendo il divario di genere e garantendo una partecipazione paritaria in tutti gli ambiti della società. La FMC è un esempio di come la Rivoluzione Cubana abbia saputo trasformare le strutture sociali, creando un modello di emancipazione femminile che è stato riconosciuto e apprezzato a livello internazionale. La mia visita all’Ospedale Pediatrico di Pinar del Río e al Centro Psicopedagogico intitolato a Héctor Alfredo Ferrer Obeso è stata un’esperienza toccante. L’Ospedale Pediatrico di Pinar del Río è una delle strutture sanitarie più importanti della provincia di Pinar del Río, dedicata alla cura e al benessere dei bambini. Questo ospedale rappresenta un pilastro del sistema sanitario cubano, noto per il suo impegno nell’offrire cure mediche di alta qualità ai pazienti più giovani della regione, indipendentemente dalle loro condizioni economiche.

In linea con i principi del sistema sanitario cubano, l’Ospedale Pediatrico di Pinar del Río si distingue per l’accesso universale e gratuito alle cure mediche. La struttura è dotata di reparti specializzati in diverse aree della pediatria, come la neonatologia, la cardiologia, la chirurgia pediatrica, e la terapia intensiva, oltre a servizi di pronto soccorso e diagnostica avanzata. Medici, infermieri, e personale sanitario altamente qualificati lavorano con dedizione per garantire il migliore standard di cura per i bambini, promuovendo non solo la cura delle malattie, ma anche la prevenzione e l’educazione sanitaria.

L’ospedale collabora strettamente con altre istituzioni sanitarie e accademiche a livello nazionale, partecipando a programmi di formazione e ricerca, il che consente di mantenere aggiornati i protocolli di cura e di adottare le migliori pratiche mediche disponibili. Inoltre, l’ospedale svolge un ruolo fondamentale nella comunità, organizzando campagne di sensibilizzazione e screening per prevenire malattie infantili e promuovere uno stile di vita sano tra i giovani e le loro famiglie.

L’Ospedale Pediatrico di Pinar del Río, con la sua attenzione alla cura olistica dei bambini, riflette l’impegno di Cuba nel garantire che anche nelle regioni più remote del paese vi sia un accesso adeguato e di qualità alle cure mediche, assicurando così il diritto alla salute per tutti.

 In questi luoghi, ho potuto osservare da vicino l’impegno e la dedizione del personale sanitario, che con risorse limitate riesce a garantire cure di altissima qualità. Questi istituti non solo rappresentano l’eccellenza del sistema sanitario cubano, ma sono anche un esempio di come la solidarietà e l’umanità possano prevalere sulle difficoltà economiche e sociali. Durante la mia visita al Centro Psicopedagogico Alcides Ferrer Obeso di Pinar del Río, ho avuto l’onore di incontrare il direttore, Felix Padilla Martínez, una figura di grande esperienza e dedizione. Questo centro è parte di un più ampio sistema cubano di cura e assistenza ai disabili, che rappresenta un pilastro fondamentale della politica sociale cubana. Cuba ha sviluppato un modello avanzato di assistenza per le persone con disabilità, basato su un accesso universale e gratuito ai servizi sanitari e educativi. Questo sistema è progettato per promuovere l’inclusione sociale e garantire che ogni cittadino, indipendentemente dalle sue condizioni fisiche o mentali, possa partecipare pienamente alla vita della comunità.

Il sistema di assistenza ai disabili a Cuba si distingue per la sua rete di Centri Psicopedagogici, istituzioni come quella diretta da Padilla Martínez, che forniscono supporto terapeutico, educativo e psicologico ai bambini e agli adulti con disabilità. Questi centri collaborano strettamente con le famiglie e le comunità locali, integrando il sostegno scolastico e la formazione professionale per favorire l’autonomia e l’integrazione sociale. Inoltre, Cuba ha istituito programmi specifici di riabilitazione che includono terapie fisiche, occupazionali e del linguaggio, spesso condotte in ambienti comunitari per favorire un approccio inclusivo.

Padilla Martínez ha alle spalle una lunga carriera nelle missioni mediche internazionali promosse dal governo cubano, avendo prestato servizio in Angola e in diversi paesi dell’America Latina, tra cui un periodo significativo nella missione Barrio Adentro in Venezuela.

La missione Barrio Adentro, lanciata nel 2003, è stata uno dei più ambiziosi programmi di cooperazione tra Cuba e Venezuela, voluto dal presidente venezuelano Hugo Chávez e sostenuto con forza da Fidel Castro. Questo programma ha permesso a milioni di venezuelani di accedere a cure mediche gratuite, molte delle quali offerte direttamente nelle loro comunità, spesso in aree rurali o urbane marginalizzate dove l’assistenza sanitaria era praticamente inesistente. Felix Padilla Martínez, con il suo impegno e la sua competenza, ha contribuito a migliorare la vita di innumerevoli persone, operando in condizioni spesso difficili e dimostrando l’efficacia di un modello sanitario basato sulla prevenzione e l’accessibilità.

L’esperienza di Felix Padilla Martínez in Venezuela non solo ha avuto un impatto diretto sulla salute delle popolazioni locali, ma ha anche rafforzato i legami di solidarietà tra i popoli di Cuba e Venezuela, incarnando lo spirito internazionalista della Rivoluzione Cubana. Barrio Adentro è diventato un simbolo della collaborazione tra i due paesi e un esempio di come l’assistenza sanitaria possa essere un potente strumento di giustizia sociale.

Al Centro Psicopedagogico di Pinar del Río, Padilla Martínez applica gli stessi principi di equità e solidarietà che hanno guidato il suo lavoro in Venezuela, offrendo un approccio integrato alla salute mentale e all’educazione dei ragazzi gravemente disabili. Questo centro non solo fornisce supporto a chi ne ha bisogno, ma rappresenta anche un modello di come la medicina possa essere utilizzata per promuovere il benessere collettivo e per costruire una società più giusta e inclusiva.Il sistema sanitario cubano, pur soffrendo degli effetti del blocco economico imposto dagli Stati Uniti, continua a essere un esempio di eccellenza a livello mondiale, grazie a un approccio che mette al centro il benessere del paziente e la medicina preventiva. Cuba ha dimostrato come, nonostante le sfide, un sistema sanitario pubblico e accessibile a tutti sia non solo possibile, ma necessario per garantire il diritto universale alla salute.

Il Centro Culturale Flor Loynaz, dedicato all’ omonima  poetessa cubana e figura emblematica dell’emancipazione femminile, rappresenta un faro di libertà e giustizia sociale. Flor Loynaz Muñoz, più conosciuta come Dulce María Loynaz (La Habana, 1902-1997), è una delle figure più emblematiche della letteratura cubana e latinoamericana del XX secolo. Confusa talvolta con altri membri della sua famiglia o con l’autrice stessa, è importante precisare che Dulce María Loynaz è stata una poetessa, avvocatessa e scrittrice di grande rilievo.

Nata in una famiglia benestante e culturalmente ricca, suo padre, Enrique Loynaz del Castillo, era un generale dell’esercito di liberazione cubano. Crebbe in un ambiente fortemente intellettuale, e già dalla giovane età dimostrò una straordinaria predisposizione per la letteratura. Scrisse il suo primo poema, “Ocaso”, all’età di 11 anni, dedicandolo a sua madre, simbolo della precoce sensibilità poetica di Dulce María.

All’età di 19 anni, incontrò José Antonio Fernández de Castro, un critico e intellettuale che giocò un ruolo significativo nella scena culturale cubana e nelle prime avanguardie letterarie. La loro relazione fu complicata e apparentemente impossibile, ma divenne una fonte di ispirazione per la sua opera, in cui l’amore, la nostalgia e il desiderio sono temi ricorrenti.

Uno degli aspetti più affascinanti della vita di Dulce María Loynaz è la sua amicizia con il poeta spagnolo Federico García Lorca. Lorca visitò Cuba negli anni ’30 e fu ospitato nella casa della famiglia Loynaz. Durante il soggiorno, i due poeti svilupparono un rapporto di stima e affetto reciproci. Lorca stesso era affascinato dalla cultura cubana e dalla vivace scena letteraria dell’Avana, e trovò in Dulce María una delle sue interlocutrici preferite.

La produzione letteraria di Dulce María Loynaz è vasta e variegata, ma il suo capolavoro è senza dubbio il romanzo in versi “Jardín” (1935), un’opera complessa e lirica che esplora i temi dell’amore, del tempo e della solitudine. Un’altra opera significativa è “Poemas sin nombre”, una raccolta di poesie che riflette il suo stile unico, caratterizzato da un linguaggio elegante e intimista.

Nonostante il suo contributo significativo alla letteratura, Dulce María Loynaz visse per gran parte della sua vita in una sorta di autoimposto isolamento letterario. Fu solo negli anni ’80 che la sua opera venne riscoperta e celebrata a livello internazionale. Nel 1992, ricevette il Premio Cervantes, il più alto riconoscimento letterario del mondo ispanofono, consacrandola come una delle grandi poetesse del secolo.

Morì nel 1997, lasciando un’eredità letteraria che continua a essere studiata e apprezzata per la sua profondità e bellezza.

 Il Centro Culturale Flor Loynaz, situato nell’ ex dimora di Dulce María Loynaz, è un’importante istituzione culturale situata a Pinar del Río, la città principale della provincia omonima, nel cuore della regione occidentale di Cuba. Questo centro prende il nome dalla sorella di Dulce María Loynaz, Flor Loynaz Muñoz. Flor era la più giovane dei quattro figli della famiglia Loynaz e, come il resto della sua famiglia, ebbe una forte inclinazione per la letteratura e le arti. Tuttavia, rispetto a Dulce María, Flor rimase una figura più discreta e meno nota nel panorama culturale.

La famiglia Loynaz era composta da quattro fratelli: Enrique, Dulce María, Flor, e Carlos Manuel Loynaz Muñoz. Anche Carlos Manuel fu un poeta, ma è Dulce María la figura di maggior rilievo letterario nella famiglia.

Il centro culturale è dedicato alla promozione e alla preservazione della cultura locale, con particolare attenzione alla letteratura, all’arte, e alla musica.

All’interno del Centro Culturale Flor Loynaz, si tengono regolarmente eventi culturali, esposizioni d’arte, conferenze e workshop che coinvolgono artisti e intellettuali cubani e internazionali. Questo spazio funge da punto di incontro per la comunità, offrendo un ambiente in cui creatività e conoscenza si intrecciano, favorendo il dialogo culturale e la crescita intellettuale.

Oltre a promuovere le opere di Dulce María Loynaz, il centro si impegna a valorizzare la ricca tradizione culturale della regione di Pinar del Río, compresi i contributi delle comunità afro-cubane e delle popolazioni indigene. Con una programmazione variegata che spazia dalle arti visive alla letteratura, dalla musica al teatro, il Centro Culturale Flor Loynaz rappresenta un pilastro della vita culturale della provincia, riflettendo l’identità e la diversità della cultura cubana.

In sintesi, il Centro Culturale Flor Loynaz non è solo un tributo alla memoria di una grande poetessa, ma anche un vivace fulcro culturale che continua a ispirare e arricchire la vita culturale di Pinar del Río e di tutta Cuba.

 Flor Loynaz, con la sua vita e le sue opere, ha incarnato i valori della Rivoluzione, diventando un simbolo per tutte le donne cubane e per coloro che lottano contro le oppressioni patriarcali. La presentazione del mio libro “Manuela Saenz Aizpuru” (Porto Seguro Editore, Roma, 2022), avvenuta nel Centro Culturale Flor Loynaz, è stato un momento di intensa riflessione sulla lotta delle donne per l’uguaglianza e la giustizia, un tema che risuona profondamente in un contesto rivoluzionario come quello cubano. In un periodo in cui i diritti delle donne sono spesso messi in discussione a livello globale, Cuba si distingue per il suo impegno costante nella promozione dell’uguaglianza di genere, con la FMC (Federazione delle Donne Cubane) che continua a essere una forza propulsiva nella difesa dei diritti delle donne.

Ultimi Giorni all’Avana: 8 – 10 Agosto

Il ritorno all’Avana è stato un momento di riflessione e approfondimento, durante il quale ho avuto l’onore di incontrare figure chiave del giornalismo e della diplomazia cubana. Il dialogo con Ida Garberi, giornalista di Prensa Latina, mi ha permesso di comprendere meglio il ruolo cruciale dei media nella diffusione delle idee rivoluzionarie e nella resistenza contro le campagne di disinformazione orchestrate dalle potenze occidentali. Prensa Latina, fondata nel 1959, è stata uno strumento fondamentale per contrastare le narrazioni distorte diffuse dai media internazionali, offrendo una voce alternativa e autentica che riflette la realtà del popolo cubano e delle sue lotte.

L’incontro con Ibis Albisa, responsabile dell’Istituto Cubano di Amicizia tra i Popoli (ICAP) per l’Italia, ha ulteriormente arricchito la mia comprensione della diplomazia cubana. L’ICAP, con il suo impegno per la costruzione di ponti tra Cuba e il mondo, rappresenta un baluardo della solidarietà internazionale, un organismo che lavora incessantemente per rafforzare i legami di amicizia e cooperazione tra i popoli, nel rispetto della sovranità e dell’autodeterminazione. In un contesto globale sempre più polarizzato, l’ICAP continua a promuovere il dialogo e la comprensione reciproca, dimostrando che la diplomazia popolare può essere un potente strumento per la pace e la giustizia internazionale.

Ritorno in Italia: 11 Agosto

Il 11 agosto sono tornata in Italia, ma il mio cuore è rimasto a Cuba. Questo viaggio, più che un’esperienza turistica, è stato un cammino di crescita personale e politica. Ho lasciato l’isola con una rinnovata consapevolezza dell’importanza della lotta per la giustizia sociale, per l’uguaglianza e per la libertà. Cuba non è solo un luogo, è un simbolo di resistenza, un faro di speranza per tutti coloro che credono in un mondo più giusto e solidale.

Ogni incontro, ogni paesaggio, ogni sorriso ha arricchito il mio spirito, rafforzando la mia convinzione che un altro mondo è possibile, un mondo in cui la dignità umana e la solidarietà sono valori irrinunciabili. Cuba mi ha insegnato che la rivoluzione non è solo un evento storico, ma un processo continuo di trasformazione e di lotta per un futuro migliore.

Non vedo l’ora di tornare, per continuare a imparare da questa isola coraggiosa e per contribuire, anche se in piccola parte, alla sua grande storia di resistenza e speranza.

Vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine a coloro che hanno reso possibile l’organizzazione degli incontri istruttivi e culturali a Pinar del Río e Viñales.

Un grazie immenso a Otto L. Medero Ungo e Hanoi Diaz Pereda per il loro prezioso supporto e la dedizione nel contribuire al successo di questi eventi. La loro collaborazione è stata fondamentale per creare momenti di scambio culturale e arricchimento personale.

Un ringraziamento speciale va anche a tutto l’ Icap Pinar del Río per il loro continuo impegno nella promozione della cultura e dell’educazione nella regione.

Infine, desidero esprimere la mia più profonda riconoscenza a Yana Rosa Figueroa Castillo per la sua straordinaria assistenza e il suo instancabile lavoro in ambito culturale e letterario. La sua passione e dedizione sono stati una fonte di ispirazione.

Grazie di cuore a tutti voi per aver reso possibile questa esperienza indimenticabile!

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