Sovranità Alimentare e Resistenza Bolivariana: Il Venezuela in Prima Linea al Summit FAO

Ambasciatrice Marilyn Di Luca Santaella

Roma, 19 ottobre 2024 – In concomitanza con il summit della FAO, svoltosi nella capitale dal 14 al 18 ottobre, si è tenuto un incontro presso l’Ambasciata del Venezuela per la FAO, evento che ha visto la partecipazione di numerose associazioni, collettivi e organizzazioni impegnate nella costruzione di modelli produttivi alternativi. Sotto la guida della giornalista Geraldina Colotti, l’incontro ha avuto luogo presso la sede diplomatica venezuelana in via Giovanni Antonelli, 47, e ha messo in luce le esperienze del Venezuela nel resistere alle sanzioni economiche internazionali attraverso l’autosufficienza alimentare e la produzione sostenibile.
L’ambasciatrice del Venezuela presso la FAO, Marilyn Di Luca, ha aperto l’evento sottolineando come il Venezuela, nonostante le severe misure coercitive unilaterali imposte dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, abbia trasformato una crisi economica in un’opportunità per reinventarsi. “Non siamo qui solo per riflettere sul passato,” ha affermato l’ambasciatrice, “ma per pianificare il futuro di un Paese che, con iniziative come l’agricoltura urbana e la produzione sostenibile, sta riprendendo in mano il proprio destino economico e sociale.”
Uno dei progetti più discussi è stato quello dell’agricoltura urbana, che sta trasformando lotti incolti in orti comunitari produttivi. Questi progetti, che si stanno diffondendo in molte città venezuelane, non solo rafforzano l’autosufficienza alimentare, ma sono anche un simbolo di resistenza contro il blocco economico internazionale. Il conuco, un’antica pratica agricola indigena che prevede la rotazione delle colture e l’uso di fertilizzanti naturali, è stato combinato con tecnologie moderne per garantire una
produzione sostenibile anche in un contesto economico ostile.
Il Venezuela ha infatti trovato nella crisi un’opportunità per promuovere un modello produttivo che combina pratiche tradizionali e innovazione tecnologica. Questo modello non si limita alla produzione di cibo, ma rappresenta un vero e proprio atto politico di ribellione contro l’imperialismo economico.
Prendersi cura dell’ambiente, produrre cibo sano e costruire spazi comunitari attraverso la produzione agricola sono diventati strumenti per riaffermare la sovranità e la dignità del popolo venezuelano.
La delegazione venezuelana presente all’incontro, composta da esperti in nutrizione, gestione della salute pubblica, e gastronomia sostenibile, ha evidenziato come le misure adottate nel Paese vadano oltre la semplice sussistenza. L’approccio venezuelano mira infatti a costruire un modello di sviluppo equo e inclusivo, che metta al centro le persone e l’ambiente. Tra gli intervenuti, hanno spiccato figure come il nutrizionista Reinaldo Gomez, l’ingegnere Emir Navarro, specialista in gestione della salute pubblica,
hanno portato l’esperienza di una gastronomia sostenibile e rispettosa delle risorse naturali.
Un tema fondamentale dell’incontro è stato l’importanza dell’alimentazione come diritto. L’ambasciatrice Di Luca ha sottolineato come in Venezuela l’alimentazione non venga trattata come una merce, bensì come un diritto inalienabile di tutti i cittadini. In contrasto con i modelli capitalistici, dove l’accesso al cibo può essere usato come strumento di coercizione, in Venezuela l’obiettivo è garantire la sicurezza alimentare per tutti, indipendentemente dalla condizione economica.
Durante l’incontro, Geraldina Colotti ha dato spazio anche alle testimonianze delle organizzazioni presenti, che hanno condiviso esperienze simili di resistenza e autosufficienza, sia nel campo dell’agricoltura che della produzione sostenibile. Colotti ha sottolineato l’importanza di creare una rete internazionale di scambio di esperienze e di solidarietà, che possa rafforzare i movimenti sociali in lotta contro l’oppressione economica globale.
L’incontro si è svolto in un contesto di profondi cambiamenti politici e sociali in Venezuela, dove il governo bolivariano, guidato da Nicolás Maduro, continua a fronteggiare sfide interne ed esterne. Mentre
l’opposizione cerca di sfruttare le difficoltà economiche del Paese, la rivoluzione bolivariana ha mantenuto il suo impegno verso le classi più deboli attraverso programmi di welfare statale e politiche sociali ispirate agli ideali del Comandante Hugo Chávez. Tra le più recenti misure attuate dal governo venezuelano vi è il rafforzamento dei CLAP, i comitati locali di approvvigionamento e produzione, che svolgono un ruolo cruciale nel garantire la distribuzione di alimenti e beni essenziali in comunità
particolarmente colpite dalle sanzioni.
Nonostante le sfide derivanti dalla crisi economica, il governo Maduro continua a puntare su una politica di autosufficienza e sovranità alimentare, seguendo la linea bolivariana di integrazione regionale e
solidarietà tra i popoli. In tal senso, il rafforzamento dei legami con Paesi e movimenti sociali solidali, come dimostrato anche durante questo incontro, si rivela strategico per continuare a sfidare l’isolamento imposto dalle potenze imperialiste.

La diplomazia bolivariana, basata sui principi di Simon Bolívar di integrazione latinoamericana e autodeterminazione dei popoli, continua a giocare un ruolo fondamentale nello scenario geopolitico globale. Il Venezuela non ha mai smesso di cercare alleanze con altri Paesi oppressi e in via di sviluppo, rafforzando relazioni con Cina, Russia, Iran e Cuba, per contrastare la pressione economica e politica esercitata dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
In questo scenario, il contributo del Venezuela alla discussione sui modelli produttivi alternativi rappresenta non solo una risposta alle difficoltà interne, ma anche una proposta di cambiamento globale.
La visione bolivariana, infatti, continua a mettere al centro il concetto di “patria grande” latinoamericana, una comunità di nazioni unite non solo dalla geografia, ma da ideali condivisi di libertà, giustizia sociale e
autodeterminazione.
L’evento si è chiuso con un caloroso applauso, segnando un altro passo nella costruzione di un futuro più giusto, sostenibile e solidale, in linea con l’eredità della rivoluzione bolivariana.

di Maddalena Celano

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