GAZA: Un nuovo esodo tra le macerie.

Gaza la tregua

A Gaza migliaia di sfollati palestinesi stanno tornando alle loro case ridotte in macerie. Viaggiano su camion, auto e carretti o vanno a piedi. “Le nostre case sono state spazzate via, monteremo una tenda qui e resteremo nel nostro quartiere, così potremo sentire che siamo tornati nella nostra casa”, ha detto un palestinese intervistato dai media internazionali.

Dopo più di 470 giorni di guerra, la gente di Gaza può ora sentire i suoni dei bambini che giocano piuttosto che gli attacchi aerei, commenta il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. “Le nostre équipe hanno riferito di un buon primo giorno di cessate il fuoco”, ha dichiarato Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, affermando che gli aiuti e alcune forniture commerciali hanno iniziato a fluire senza intoppi domenica.

Centinaia di palestinesi hanno atteso ieri sera nei pressi della prigione israeliana di Ofer, alla periferia di Ramallah, la scarcerazione di 90 detenuti politici, tra di essi 69 donne, come previsto dal primo scambio di prigionieri tra  Israele e Hamas. Tra i presenti ci sono i familiari dei prigionieri. La liberazione più attesa quella della parlamentare Khalida Jarrar,e leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e di Abla Saadat dell’Unione dei Comitati delle Donne Palestinesi e moglie di Ahmad Saadat segretario del Fplp in carcere da anni.

Ma le foto sono spietate. Mentre le tre israeliane sono apparse in buona salute, le prigioniere palestinesi sono state trattate brutalmente dai carcerieri israeliani. La foto di Khalida Jarrar all’uscita dal carcere parla chiaramente.

In un comunicato Hamas ha commentato che “La massa del nostro popolo che è scesa in campo per accogliere i prigionieri liberati nonostante le misure repressive dell’occupazione è una dichiarazione di sfida all’occupazione. Rinnoviamo il giuramento di lealtà ai nostri prigionieri per la completa libertà sulla via della liberazione della nostra terra e dei luoghi santi e della sconfitta dell’occupazione fascista”.

Nel comunicato viene sottolineata una differenza nel trattamento dei prigionieri: “Consegnare i prigionieri nemici in piena salute in cambio della negligenza del nemico nei confronti dei nostri prigionieri incarnava la differenza tra i valori della resistenza e la barbarie dell’occupazione”.

Le donne israeliane tenute in ostaggio – Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher – erano state consegnate da Hamas alla Croce Rossa e, una volta uscite da Gaza, trasferite all’esercito israeliano al punto di accoglienza di Reim dove hanno trovato ad accoglierle le madri. A Tel Aviv migliaia di persone riunite in Piazza dei Rapiti hanno accolto con applausi e grida di gioia la loro liberazione.

Le tre donne israeliane rilasciate da Hamas hanno ricevuto delle “borse regalo” dal movimento palestinese prima di essere consegnate alla Croce Rossa. Le borse contenevano le loro foto scattate a Gaza dopo il 7 ottobre 2023 e un “certificato”.

Il capo del sistema sanitario dell’Autorità israeliana per le famiglie dei prigionieri ha detto che non è stato rilevato alcun problema di emergenza per i tre ostaggi che hanno richiesto un trattamento immediato.

Fonte; https://contropiano.org/

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