Putin accetterà la tregua di trenta giorni? di Alessandro Orsini

PUTIN E TRUMP

Putin accetterà la tregua di un mese offerta da Trump e Zelensky dopo i colloqui a Gedda?

Le ragioni che inducono al pessimismo sono corpose e numerose.

In primo luogo, la Casa Bianca, ottenuto l’assenso di Zelensky alla tregua, ha dichiarato di avere ripreso ad armare l’Ucraina. Ma la guerra è scoppiata proprio perché la Casa Bianca ha armato l’Ucraina. Ecco il primo fatto che induce al pessimismo: l’Ucraina, per la Russia, dev’essere disarmata. L’Ucraina ha invaso la regione russa di Kursk e ha bombardato copiosamente le città russe, bersagliando i civili intenzionalmente. Zelensky ha lanciato i suoi droni contro i condomini russi, dentro cucine e camere da letto. Ha bombardato gli impianti petroliferi. È difficile immaginare che la classe governante russa accetti che la guerra finisca con l’Ucraina che conserva tutto il suo potenziale di invadere e di bombardare la Russia. L’Ucraina è in grado di fabbricare droni – qualcuno dice invisibili ai radar russi – che possono colpire oltre il Cremlino: la settimana scorsa i droni degli ingegneri ucraini sono arrivati a 1350 chilometri di distanza dalla linea del fronte.

Il secondo elemento che induce al pessimismo è l’atteggiamento dei leader europei. L’Unione europea e l’Inghilterra giurano che armeranno l’Ucraina fino ai denti. I leader europei stanno inviando nuove armi a Zelensky e nuovi soldi per la guerra. Accettando la fine della guerra oggi, Putin si ritroverebbe domani con l’Ucraina più armata di ieri. La classe governante russa vuole la demilitarizzazione dell’Ucraina. Le posizioni sono inconciliabili sulla questione decisiva: l’Unione europea vuole un’Ucraina super-armata; la Russia vuole un’Ucraina disarmata.

Il terzo elemento che induce al pessimismo è lo squilibrio nelle risorse interne: l’esercito ucraino è esangue, mentre l’esercito russo è in grande forma. Come spiegai nel giorno di guerra, il tempo lavora in favore della Russia. L’esercito ucraino si indebolisce e quello russo si rafforza ogni giorno. L’Ucraina ha iniziato la guerra al massimo della sua forza; la Russia l’ha iniziata al minimo. L’Ucraina ha terminato le risorse per la guerra mentre la Russia ne ha tantissime da gettare nella mischia. Gli investimenti smisurati nella difesa di Putin devono ancora dare tutti i loro frutti. Tra un mese, i soldati ucraini avranno meno risorse; quelli russi ne avranno di più.  

Il quarto elemento che induce al pessimismo è lo squilibrio delle alleanze esterne: gli alleati dell’Ucraina hanno finito le armi da dare a Zelensky, tant’è vero che Ursula von der Leyen ha dovuto annunciare un piano di riarmo di 800 miliardi di euro. Come potrebbe essere diversamente? La guerra in Ucraina ha semi-demilitarizzato la Nato. L’Italia ha soltanto cinquanta carri armati operativi e ha tutte le città scoperte in caso di bombardamento. L’Italia ha tre Samp-T disponibili, ognuno dei quali può coprire soltanto una grande città. Il che vuol dire che tutta l’Italia è bombardabile a piacimento. Di contro, gli alleati della Russia – Cina, Iran, Corea del Nord – hanno tantissime armi e munizioni da dare a Putin. Nei prossimi dodici mesi, l’Europa potrà dare pochissimo a Zelensky perché, come ha detto Mark Rutte al parlamento europeo, il 13 gennaio 2025: “L’industria militare della Russia produce in tre mesi ciò che la Nato produce da Los Angeles ad Ankara in un anno intero”.

Il quinto elemento che induce al pessimismo è la consapevolezza della Russia del pantano strategico in cui gli Stati Uniti stanno annegando. Se Putin rifiutasse il cessate il fuoco di un mese, Trump non saprebbe che cosa fare. Il presidente americano avrebbe davanti a sé soltanto due strade: la prima è quella di buttarsi nella guerra in Ucraina trasformandosi in un “Biden Due” sapendo che l’Ucraina, aiuti o non aiuti americani, è spacciata. All’inizio della guerra, Biden poteva almeno nutrire la folle speranza che l’Ucraina avrebbe sconfitto la Russia. Ma con l’Ucraina a brandelli, la Casa Bianca ha perso persino la follia con cui nutrire le speranze. La seconda strategia nata morta consiste nell’affidare la prosecuzione della guerra all’Unione europea che non ha armi per sé, figuriamoci per gli ucraini. 

È possibile che Putin accetti la tregua di un mese? È possibile soltanto se Trump ha fatto una serie di concessioni smisurate a Putin in gran segreto durante i recenti abboccamenti tra Lavrov e Rubio a Riad. È ipotizzabile che Putin accetti la tregua di un mese per dare a Trump il tempo di convincere Zelensky ad accettare di dare ai russi tutto ciò che chiedono in base alla formula: “Tutto in cambio di niente” chiamata fintamente “trattativa”. Ma non è ipotizzabile che Putin accetti una tregua di un mese “al buio”. Del tipo: “Prima fermiamo i bombardamenti e poi discutiamo”. Con l’Unione europea in ginocchio e un anti-Biden alla Casa Bianca, Putin può prendere moltissimo.

Sabato 15 marzo sarò ad Accordi e Disaccordi da Luca Sommi su Nove.

Fonte: https://www.sicurezzainternazionale.com/

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