di Riccardo Petrella**
da “Pressenza international press agency”
Lunedì 18 gennaio, il Direttore Generale dell’OMS ha dichiarato con forza e coraggio: “Il mondo è sull’orlo di un catastrofico fallimento morale” – https://www.lesoir.be/349572/article/2021-01-18/le-directeur-general-de-loms-au-sujetles-vaccins-le-monde-est-au-bord-dun-echec.IlIl
Ha denunciato gli Stati ricchi e potenti del mondo e le aziende farmaceutiche globali dominanti per non aver rispettato gli impegni presi già dal marzo scorso a favore dell’accesso di tutti ai vaccini e ai trattamenti anti Covid19, non lasciando nessuno indietro, come avevano proclamato all’unisono.
I fatti sono schiaccianti. Già prima della progettazione dei vaccini, i 15 paesi più ricchi del mondo (circa il 14% della popolazione mondiale) avevano acquistato da aziende private, ben posizionate nella corsa ai brevetti, il 60% delle dosi stimate disponibili nel 2021 per fornire vaccini alle proprie popolazioni, lasciando il 40% delle dosi per il restante 86% della popolazione mondiale. Si prevede che solo il 30% della popolazione mondiale sarà vaccinata entro il 2021. Indovinate quale? 39 milioni di dosi dei primi due vaccini brevettati (USA) sono stati distribuiti in 49 paesi ricchi, mentre nel paese più povero del mondo le dosi sono state…25! In Israele, più del 20% della popolazione è stata vaccinata (più di 2 milioni di persone), ma solo una piccolissima parte dei palestinesi (soprattutto detenuti !).
Non è più solo una questione di egoismo nazionale, di priorità data alla “sicurezza nazionale”, di sentimento di paura di fronte al pericolo o di avidità dei ricchi. Si tratta di una politica deliberata di negare alla maggioranza della popolazione mondiale un diritto universale. Si tratta di una vera e propria violazione del contratto sociale tra gli abitanti della Terra. Siamo di fronte ad un dominio, duro, del mondo della finanza e ad un potere predatorio dei potenti. Tutto questo nel quadro di una alleanza “guerriera” tra gli attuali poteri pubblici degli Stati, fatiscenti, indeboliti, da un lato, e i poteri privati delle potenti oligarchie finanziarie, industriali e militari mondiali, dall’altro. Basti pensare al “disprezzo” appena nascosto dei due alleati per i vaccini cinesi, russi e cubani…!
La salute per tutti dipende dalla rottura di questa alleanza e dalla costruzione dell’alleanza tra i cittadini, tra tutti gli abitanti della Terra. È, simbolicamente, l’alleanza invocata anche nel suo discorso di Natale del 25 dicembre da papa Francesco quando ha affermato che “non possiamo mettere le “leggi” del mercato e dei brevetti al di sopra del diritto alla vita, del diritto all’amore“. Un’affermazione d’importanza fondamentale in netto contrasto ad uno dei pilastri centrali su cui riposa la concezione economica dei dominanti, cioè “la società del mercato”.
A nome anche dell’Agorà degli Abitanti della Terra, invito i movimenti e le associazioni impegnati per i diritti universali degli abitanti della Terra, per la giustizia, l’uguaglianza e la fraternità, a lottare con sempre maggiore convinzione e determinazione per il perseguimento di tre obiettivi immediati concreti:
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1. i cittadini devono obbligare gli Stati dei paesi più arricchiti a consentire a qualsiasi paese di applicare il diritto di licenza obbligatoria, cioè di sospendere i brevetti sui vaccini e sulle cure mediche al fine di promuovere e preservare il diritto alla vita di tutti i cittadini. Sì, ai vaccini per i popoli, ai vaccini per i beni pubblici globali: No al “diritto” di sovranità assoluta delle imprese private sulla conoscenza e sulle tecnologie della vita. La conoscenza è un bene pubblico comune dell’umanità, il “patrimonio” di tutti gli abitanti della Terra. La sospensione dei brevetti deve portare a medio termine all’abolizione dei brevetti. No, alla competitività per la sopravvivenza dei più forti e aggressivi.
2. i cittadini devono ottenere dai loro Stati una profonda riorganizzazione della finanza sanitaria, in modo che il denaro pubblico non venga più utilizzato per pagare le aziende farmaceutiche almeno due volte (durante la progettazione e lo sviluppo, poi di nuovo durante la produzione e la commercializzazione di farmaci e vaccini) e quindi alimentare i loro profitti. Senza il denaro dei cittadini, le multinazionali occidentali non avrebbero sviluppato i vaccini anti Covid19. È urgente arrestare il furto di denaro pubblico. La finanza pubblica al servizio dei diritti e delle responsabilità delle comunità umane deve riconquistare il primato sulla finanza privata, che è al servizio degli interessi dei gruppi sociali più potenti. Lo Stato deve tornare a diventare “res publica” al servizio del bene comune e non rimanere al servizio della salute finanziaria degli interessi aziendali dei più forti.
3. I cittadini devono esigere dagli Stati l’attuazione di un piano d’urgenza di vaccinazione globale cooperativo (nel quadro di una politica sanitaria pubblica globale comune) sotto l’egida e il coordinamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), liberata naturalmente dalla morsa delle grandi multinazionali e dei “grandi” Stati. Nel campo del diritto alla vita, sì al primato dell’OMS e dell’ONU sul WTO e sulla Banca Mondiale. Questo primato implica che vengano apportate importanti modifiche, ad esempio, al ruolo della COVAX (GAVI, CEPI, Gates Foundation…), tipico strumento dell’alleanza autocratica tra gli Stati più ricchi e le più potenti multinazionali. Occorre, inoltre, ripensare il ruolo del Consiglio di Sicurezza. Penso all’urgente della creazione di un Consiglio di sicurezza dei cittadini per i beni pubblici globali (acqua, salute, conoscenza, in particolare).
**Dottore in Scienze Politiche e Sociali, laureato honoris causa da otto università: in Svezia, Danimarca, Belgio (x2), Canada, Francia (x2), Argentina. Professore emerito dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio); Presidente dell’Institut Europeen de Recherche sur la Politique de l’Eau (IERPE) a Bruxelles (www.ierpe.eu); Presidente della « Università del Bene Comune » (UBC), associazione senza scopi di lucro attiva ad Anversa (Belgio) e a Sezano (VR-Italia) Dal 1978 al 1994 ha diretto il dipartimento FAST, Forecasting and Assessment in Science and Technology alla Commissione delle Comunità europee a Bruxelles e nel 2005-2006 è stato presidente dell’Acquedotto Pugliese. È autore di numerosi libri sull’economia e i beni comuni.