Il diciassettenne Vadim era tra coloro che non sarebbero usciti vivi dal rogo della Casa dei Sindacati, assediata e incendiata dai neonazisti il 2 maggio 2014.Studente e attivista del Komsomol e del Partito Comunista d’Ucraina, quel giorno si trovava nel Campo di Kulikovo. Quando arrivò la notizia che i neonazisti si muovevano in quella direzione, non volle scappare e assieme agli altri compagni si rifugiò nella Casa dei Sindacati per difendere se stesso e le altre persone da una vera e propria caccia all’uomo, contro gli antifascisti in quanto tali. Secondo le parole della mamma Fatima, Vadim partecipava ad ogni possibile manifestazione e assemblea per le sue idee: “Mio figlio è morto in quella terribile notte. Non aveva ancora 18 anni. Era lì per il suo ideale e i suoi principi. E ora non c’è più. Quando hanno dato fuoco alla Casa dei Sindacati, lui era lì dentro. Provando a scappare dal fuoco è caduto dalla finestra. Il mio bambino era là steso a terra con la testa sanguinante”.
Per Vadim e per tutte le vittime della strage della Casa dei Sindacati di Odessa: HURA, HURA, HURA!