Esperti Onu accusano Israele di atti genocidari e violenza sessuale a Gaza – di Eleonora Cudicio

Gaza striscia degli orrori

Un nuovo rapporto di esperti delle Nazioni Unite ha accusato Israele di aver commesso “atti genocidari” contro i palestinesi attraverso la distruzione sistematica delle strutture sanitarie femminili durante il conflitto a Gaza, e di aver utilizzato la violenza sessuale come strategia di guerra. La Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sul territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme Est e Israele, ha pubblicato il 12 marzo le sue conclusioni, affermando che le autorità israeliane “hanno distrutto in parte la capacità riproduttiva dei palestinesi a Gaza come gruppo, imponendo misure intese a prevenire le nascite, una delle categorie di atti genocidari nello Statuto di Roma e nella Convenzione sul Genocidio”.

La missione permanente di Israele presso l’Onu a Ginevra ha respinto le accuse contenute nel rapporto, definendole infondate, di parte e prive di credibilità. “Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno direttive concrete e politiche che proibiscono inequivocabilmente tali comportamenti scorretti”, ha dichiarato la missione in una nota, aggiungendo che i suoi processi di revisione sono in linea con gli standard internazionali.

Secondo il rapporto, Israele avrebbe “intenzionalmente attaccato e distrutto” il principale centro di fertilità del territorio palestinese e simultaneamente imposto un assedio bloccando gli aiuti, inclusi i medicinali per garantire gravidanze sicure, parti e cure neonatali. La Commissione ha sostenuto che queste azioni, unite a un aumento dei decessi materni dovuto all’accesso limitato alle forniture mediche, costituirebbero il crimine contro l’umanità di sterminio.

Il documento ha inoltre accusato le IDF di aver utilizzato spogliazioni pubbliche forzate e aggressioni sessuali come parte delle loro procedure operative standard per punire i palestinesi dopo gli attacchi guidati da Hamas nel Sud di Israele, che il 7 ottobre 2023 hanno causato la morte di circa 1.200 persone e il rapimento di altre 251. La Commissione ha esaminato la diffusa distruzione di Gaza, l’uso di esplosivi pesanti in aree civili e gli attacchi israeliani contro ospedali e strutture sanitarie, affermando che tutti e tre hanno portato a “violenza sproporzionata contro donne e bambini”.

Israele ha affermato di aver adottato misure straordinarie per evitare di danneggiare i civili nella guerra di 15 mesi, che è stata interrotta da un fragile cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio. Lo Stato ebraico ha attribuito i decessi e la distruzione dei civili a Hamas, sostenendo che i miliziani operano in aree residenziali. Il Paese ha rifiutato di cooperare con il gruppo di esperti, accusandolo di fare affidamento su “fonti di seconda mano, singole e non corroborate”, e di portare avanti una “agenda politica predeterminata e di parte in un tentativo spudorato di incriminare le Forze di Difesa Israeliane”.

In un precedente rapporto pubblicato dalla Commissione il 19 giugno 2024, Hamas e altri gruppi armati palestinesi erano stati accusati di gravi violazioni dei diritti durante l’attacco del 7 ottobre 2023, inclusi tortura e trattamenti degradanti. Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, aveva dichiarato, il 4 marzo 2024 che esistevano ragionevoli motivi per concludere che le vittime in Israele fossero state violentate e sottoposte ad altre forme di violenza sessuale da parte dei palestinesi durante l’attacco del 7 ottobre.

La Commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sul territorio palestinese occupato è guidata dall’ex capo del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay. Le sue conclusioni possono essere utilizzate come prove per la Corte Penale Internazionale, al cui Statuto lo Stato ebraico non ha aderito, o altri organismi che cercano di perseguire crimini di guerra.

Lo Stato ebraico è parte della Convenzione sul genocidio, conclusa il 9 dicembre 1948. Sulla base di questo trattato internazionale, il 26 gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha ordinato allo Stato ebraico di adottare misure per prevenire atti di genocidio durante la guerra contro Hamas. Il caso intentato dal Sudafrica presso la CIG, avviato il 29 dicembre 2023, in cui Israele è accusato di contravvenire alla Convenzione sul genocidio per ciò che Bloemfontein ha descritto come “75 anni di apartheid, 56 anni di occupazione e 16 anni di blocco della Striscia”, è stato definito “privo di fondamento” dal governo israeliano, che ha sostenuto che il Sudafrica stia agendo come braccio legale di Hamas.

Fonte: https://www.sicurezzainternazionale.com/

Direttore: Alessandro Orsini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

EnglishItalianPortugueseSpanish