
Il Papa è forzato a letto e l’appello di pace del Vaticano è affidato alle colonne dell’Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede non ha avuto esitazione a criticare le conclusioni del Consiglio europeo sul riarmo europeo con un editoriale a firma del Direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli, siglato già il 6 marzo. “L’Europa – si legge – negli ultimi tre anni, si è purtroppo dimostrata incapace di iniziativa e creatività diplomatica (…) e ora si prepara a investire, sulla scia di analoghe iniziative prese da altre potenze mondiali, la cifra esorbitante di 800 miliardi in armi. Non li investe per combattere la povertà, per finanziare programmi in grado di migliorare le condizioni di vita di chi fugge dai propri Paesi a causa di violenze e miseria (…) Li investe per gonfiare gli arsenali e dunque le tasche dei fabbricanti di morte, nonostante già oggi la spesa militare dei Paesi dell’Unione superi quella della Federazione Russa”.
L’Osservatore Romano riporta poi tutti i no del Papa alle armi e alla guerra. Dalla prima esortazione apostolica, Evangelii gaudium e la famosa frase pronunciata al primo incontro dei Movimenti popolari, nel 2014, “La guerra mondiale a pezzi” fino a oggi. Fino al messaggio, possiamo aggiungere, all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, reso noto il 3 marzo ma scritto il 26 febbraio, in cui Francesco è tornato a lamentare “una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali” e ha ribadito l’impegno per “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale” descritto nella sua enciclica Fratelli tutti.
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