Il mattino del 6 Agosto 1945 un Boeing B-29 dell’esercito statunitense sorvola la città di Hiroshima in Giappone, la popolazione e le autorità locali non manifestano particolare preoccupazione abituati ai ritmi e alla quotidianità della guerra. Alle 8:15 il velivolo americano, battezzato “Enola Gay”, sgancia la bomba “Little Boy”, un’arma devastante capace di carbonizzare e spazzare via un’intera città: si tratta della prima bomba atomica mai impiegata. L’ordigno uccise istantaneamente quasi 80.000 persone, cifra destinata a salire considerando i decessi avvenuti nei mesi e negli anni successivi per via delle radiazioni le quali produssero, inoltre, terribili malattie e malformazioni in molti nascituri. Hiroshima rappresentava all’epoca un centro di importanza strategica relativa in quanto mero snodo di rifornimento per le truppe e provvisto solo di poche basi militari. Al netto della retorica sul “risparmio di vite umane” assurta a giustificazione dalla propaganda storiografica ufficiale, le ragioni politiche degli USA nell’impiego di un’arma tanto devastante vanno rintracciate nelle comunicazioni tra il Ministro della Guerra Henry Lewis Stimson, i vertici militari ed il neopresidente Truman, i quali definirono l’ordigno un “equilibratore delle relazioni internazionali e dell’influenza USA”. Si trattava di un messaggio diretto politicamente all’URSS, la prima manifestazione di forza della cosiddetta Guerra Fredda. Assieme alla tragedia che colpirà pochi giorni dopo Nagasaki, con lo sgancio di un secondo ordigno, il bombardamento atomico di Hiroshima rappresenta il solo frangente storico in cui l’arma nucleare sia mai stata usata, rendendo gli USA la prima e unica nazione al mondo a servirsene.
Fonte: lordinenuovo.it