“I nostri nemici sono infastiditi e irritati dal comprovato antimperialismo di José Martí, che ha lanciato la sua sorte con i poveri della terra, che ci ha insegnato che vale la pena fare qualsiasi sacrificio per preservare la sovranità … e che lo portiamo con noi, come una stella, che illumina la nostra strada”
José Julián Martí Pérez nasce il 28 gennaio del 1853 a Cuba, ai tempi in cui l’isola è una colonia spagnola, nella città di L’Avana. E’ figlio di due genitori originari di Cadice, primo di otto figli. Quando ha solo quattro anni segue la famiglia che ha deciso di tornare in Spagna, andando a vivere a Valencia. Un paio di anni più tardi, tuttavia, i Martí compiono il percorso inverso e fanno ritorno a Cuba. Qui il piccolo José va a scuola.
A quattordici anni, nel 1867, si iscrive alla Scuola Professionale per la Pittura e la Scultura della sua città con l’intenzione di prendere lezioni di disegno, mentre due anni dopo, ancora adolescente, sull’edizione unica del giornale “El Diablo Cojuelo” pubblica il suo primo testo politico.
Allo stesso periodo risalgono la realizzazione e la pubblicazione di un dramma patriottico in versi, intitolato “Abdala” e incluso nel volume “La Patria Libre”, così come la composizione di “10 de octubre”, famoso sonetto che viene diffuso attraverso le pagine del giornale della sua scuola.
Nel marzo del 1869, tuttavia, quella stessa scuola viene chiusa dalle autorità coloniali, ed è per questo motivo che José Martí non può fare altro che interrompere gli studi. Da questo momento in avanti, inizia a nutrire un profondo odio nei confronti della dominazione spagnola, e al contempo comincia a disprezzare lo schiavismo, che a quei tempi a Cuba è ancora diffuso.
Nell’ottobre di quell’anno viene accusato dal governo spagnolo di tradimento e, per questo motivo, arrestato prima di essere condotto nella prigione nazionale. All’inizio del 1870 il futuro eroe nazionale di Cuba decide di assumersi la responsabilità dei vari capi di accusa che gli vengono imputati, così da essere condannato a sei anni di carcere, pur ancora minorenne.
A dispetto delle lettere inviate dalla madre al governo per farlo liberare e del supporto legale offerto da un amico del padre, José Martí rimane in carcere, e nel tempo finisce per ammalarsi: a causa delle catene con le quali è legato, subisce pesanti lesioni alle gambe. Così viene trasferito a Isla de Pinos.
Uscito dal carcere, viene poi fatto rimpatriare in Spagna, dove ha modo di studiare legge. Nel frattempo, si dedica alla realizzazione di articoli incentrati sulle ingiustizie compiute a Cuba dagli spagnoli. Una volta completati gli studi con una prima laurea in giurisprudenza e una seconda laurea in filosofia e lettere, José decide di andare a vivere in Francia, per poi tornare a Cuba, anche se con un nome falso: è il 1877.
Nell’isola in cui è cresciuto, tuttavia, José Martí non riesce a trovare un lavoro, fino a quando non viene assunto a Città del Guatemala come insegnante di letteratura e storia. A ventisette anni egli si trasferisce negli Stati Uniti, a New York, dove lavora in qualità di console aggiunto per l’Argentina, il Paraguay e l’Uruguay.
José Martí e il Partito Rivoluzionario Cubano
Nel frattempo mobilita le comunità di cubani in esilio in Florida, a Key West e a Tampa, per dare il la a una rivoluzione che consenta di ottenere l’indipendenza dalla Spagna senza che ciò comporti l’annessione agli Stati Uniti. È anche per questa ragione che nel 1892 fonda il Partito Rivoluzionario Cubano.
Due anni dopo decide di tornare nel suo Paese per impegnarsi in prima persona. Non riesce a raggiungere il proprio obiettivo, però, dal momento che viene intercettato in Florida: ciononostante convince Antonio Maceo Grajales, generale rivoluzionario cubano a sua volta in esilio in Costa Rica, a tornare a lottare per liberare Cuba dagli spagnoli.
La morte in battaglia
Il 25 marzo del 1895 José Martí pubblica il “Manifesto di Montecristi” attraverso il quale proclama l’indipendenza di Cuba. Due settimane più tardi fa ritorno nel suo Paese alla guida di un reparto di esuli ribelli di cui fa parte anche Máximo Gómez, il generalissimo; ma il 19 maggio Martí, a soli 42 anni, viene ucciso dalle truppe spagnole nel corso della Battaglia di Dos Rios. Il cadavere di José Martí viene seppellito a Santiago di Cuba, nel Cementerio Santa Efigenia.
Le opere e il ricordo
Di lui ci rimangono molti dei suoi numerosi componimenti; la raccolta più popolare è “Versos sencillos” (Versi semplici), pubblicati a New York nel 1891. I suoi versi ispirarono il testo della celeberrima canzone cubana “Guantanamera”. La sua produzione comprende più di settanta volumi fra prosa e versi, critica, discorsi, teatro, articoli giornalistici e racconti.
Nel 1972 il governo cubano istituì una onorificenza che porta il suo nome: l’Ordine di José Martí (Orden José Martí). Tale onorificenza viene assegnata a cittadini cubani e stranieri e a Capi di Stato e di Governo per il loro impegno per la pace, oppure per alti riconoscimenti in campi quali cultura, scienze, educazione, arte e sport.