L’ intervento di Miguel Díaz-Canel, Presidente della Repubblica di Cuba, durante il Dibattito Generale della 76° Sessione Ordinaria dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per la commemorazione del 20° anniversario della Dichiarazione e Programma d’Azione di Durban, dal Palazzo della Rivoluzione, il 23 settembre 2021.
Fonte: http://www.juventudrebelde.cu/
(Versioni abbreviate – Presidenza della Repubblica)
Sig. Segretario Generale;
Signor Presidente:
Il mondo deve guardare con vergogna la scarsa portata degli accordi universali che un tempo erano la speranza degli esclusi e dei diseredati.
A vent’anni dall’adozione della Dichiarazione e del Programma d’azione di Durban, gli obiettivi delineati in quei documenti per combattere tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e altre intolleranze correlate non sono stati raggiunti.
Il razzismo strutturale persiste. Incitamento all’odio, intolleranza, xenofobia e discriminazione stanno proliferando a livelli preoccupanti, anche sui social media e su altre piattaforme di comunicazione.
I paesi capitalisti sviluppati cercano con discorsi demagogici di distogliere l’attenzione dalla loro responsabilità storica nell’intronizzazione e nella persistenza di questi flagelli e del loro debito nei confronti dei popoli vittime della schiavitù a cui sono stati sottoposti. C’è una mancanza di volontà politica da parte di quegli stessi paesi per mantenere le promesse della Dichiarazione di Durban e del Programma d’Azione.
La crisi multidimensionale generata dalla pandemia di COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze strutturali e l’esclusione, tipiche dell’ordine economico ingiusto prevalente, che sottopone i poveri, gli afro-discendenti o i migranti a ogni tipo di discriminazione.
Signor Presidente:
A Cuba, oltre al colore della pelle, i geni africani, europei e nativi americani sono tutti misti (1). Siamo un unico popolo, afro-latino, caraibico, meticcio, in cui più radici si sono fuse per forgiare un tronco unico, vigoroso, con una propria identità, aperto al mondo da un senso di appartenenza in cui si assumono valori culturali da una solidarietà etica.
Con un passato coloniale di schiavisti, la popolazione cubana nera e mulatta ha subito per secoli le conseguenze di un sistema in cui il razzismo e la discriminazione razziale facevano parte della vita quotidiana. Solo con il trionfo della Rivoluzione cubana nel 1959 ha avuto luogo un processo di trasformazioni radicali che ha demolito le fondamenta strutturali del razzismo ed eliminato per sempre la discriminazione razziale istituzionalizzata.
L’apologia dell’odio, la promozione dell’intolleranza e delle idee suprematiste sulla base dell’origine nazionale, religiosa o etnica e la xenofobia sono estranee alla vita politica, sociale ed economica del Paese.
La nuova Costituzione della Repubblica di Cuba ha ratificato e rafforzato il riconoscimento e la tutela del diritto all’uguaglianza, nonché il divieto di discriminazione.
La Magna Carta prevede che tutte le persone siano uguali davanti alla legge, ricevano la stessa protezione e trattamento dalle autorità e godano degli stessi diritti, libertà e opportunità; Ma leggi e decreti non bastano a cancellare secoli di pratiche discriminatorie nelle società.
Per far avanzare ulteriormente l’opera di emancipazione della Rivoluzione, nel novembre 2019 è stato approvato il Piano nazionale contro il razzismo e la discriminazione razziale, come programma di governo che incoraggia il confronto più efficace dei pregiudizi razziali e dei problemi sociali che ancora esistono nella nostra società.
L’impegno di Cuba per sradicare il razzismo trascende i suoi confini. Migliaia di cubani hanno sostenuto i movimenti di liberazione nazionale in Africa e contro il vergognoso regime di apartheid. Migliaia di altri hanno contribuito con il loro aiuto solidale, in particolare, nell’area della salute.
Non rinunceremo allo scopo di realizzare tutta la giustizia sociale. I popoli del mondo possono sempre contare sul contributo di Cuba affinché gli impegni presi 20 anni fa a Durban diventino realtà.
Grazie.
(1) La Cuban Genetic Map, vincitrice del Premio Cuban Academy of Sciences 2015, ha evidenziato che in media, senza distinzione per colore della pelle, l’incrocio genetico ha segnato la presenza di geni ancestrali europei in una proporzione del 73,8%, 16,8%% di origine africana e il 9,4% di geni di origine nativa americana.