E’ curioso come la Corte Penale Internazionale abbia accusato Vladimir Putin di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia mentre la Commissione Indipendente creata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite incaricata di indagare sui crimini di guerra compiuti dalle parti in conflitto in Ucraina non abbia trovato prove di quanto invece sostiene la CPI.
Con la risoluzione n. 49\1del 4 marzo 2022 il Consiglio dei Diritti dell’ONU istituisce una commissione indipendente per indagare i crimini di guerra compiuti dalle parti durante il conflitto tra Russia e Ucraina. Il rapporto della commissione, tra le altre cose, sottolinea che durante il conflitto militare sono stati registrati un “piccolo numero” di apparenti violazioni da parte dei soldati ucraini. Uno è stato classificato come “indiscriminato” e due incidenti sono stati classificati come crimini di guerra. Stiamo parlando specificamente dei casi di esecuzione di prigionieri da parte di soldati delle Forze armate dell’Ucraina i cui video sono stati diffusi in rete e visionati dai membri della commissione che li hanno definiti molto probabilmente veritieri.
Riguardo all’accusa mossa dalla Corte Penale Internazionale a Putin di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia il presidente della commissione, il giudice Erik Møse, ha affermato che “Abbiamo notato che ci sono alcuni aspetti che possono sollevare domande su questo crimine … ma non abbiamo ancora tratto alcuna conclusione qui” (citato da AFP).
Quindi secondo quanto rilevato dalla commissione ONU e confermato da Møse non ci sono prove di una deportazione in massa di bambini dall’Ucraina alla Russia, ma evidentemente la Corte Penale Internazionale ha condotto indagini per suo conto ed è arrivata a conclusioni diverse.
Interessante a questo proposito quanto ha dichiarato alla BBC il Procuratore della Corte penale internazionale, Karim Ahmad. Il Procuratore ha detto che durante la sua ultima visita in Ucraina questi crimini gli sono apparsi evidenti.
“Ho visitato uno degli orfanotrofi da cui sarebbero stati prelevati i bambini, non lontano dall’attuale linea del fronte del conflitto. I racconti di coloro che si sono presi cura di questi bambini e le loro preoccupazioni su cosa ne fosse stato di loro hanno sottolineato la necessità di un’azione urgente”, ha dichiarato Khan alla BBC.
“Dobbiamo garantire che i responsabili dei presunti crimini siano assicurati alla giustizia e che i bambini siano restituiti alle loro famiglie e comunità”, ha aggiunto il procuratore della Corte penale internazionale.
Insomma dove sono le prove? Secondo quanto affermato da Karim Ahmad si è convinto di quanto poteva essere accaduto solamente perché il personale di un orfanotrofio ha espresso preoccupazioni sulla sorte dei bambini. Mi sembra un po’ poco per procedere ad accusa come questa.
Chiaramente questa accusa e non condanna, come invece qualcuno scrive, non avrà effetti pratici sulla vita di Putin in quanto la Federazione Russa non ha ratificato lo statuto di Roma che istituisce e disciplina la Corte Penale Internazionale.
Tra l’altro molti sono i paesi che non hanno aderito allo statuto di Roma tra i quali troviamo anche gli Stati Uniti, Israele, Cina e guarda caso anche l’ucraina il cui presidente Zelensky chiedeva a gran voce, ed evidentemente è stato ascoltato, di incriminare Putin per aver deportato i bimbi.
Tanto per fare un po’ di storia occorre ricordare che gli Stati Uniti il 1 settembre 2020 hanno imposto sanzioni contro la giudice Fatou Bensouda e uno dei direttori della Corte, Phakiso Mochochoko, per avere avviato un’indagine sui crimini di guerra statunitensi in Afghanistan e sui crimini israeliani in Palestina, nonostante non riconoscesse la corte, ma guarda il caso. Ma si sa quando si toccano gli interessi degli Stati Uniti e del sodale Israele anche se una corte non viene riconosciuta è bene mettere le mani avanti, non si sa mai cosa potrebbe accadere.
Il 1 aprile 2021 le sanzioni sono state rimosse e Fatou Bensouda ha lasciato la sua carica che è stata occupata dal britannico Karim Khan, le indagini sui crimini in Afganistan sono state ovviamente sospese, altra casualità. Attualmente i processi in corso presso la CPI riguardano crimini commessi nella Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Uganda, Sudan, Kenya, Libia, Costa d’Avorio, Mali e Burundi. Unico paese non africano la Georgia. Come se nei conflitti che per decenni hanno infiammato il mondo causati dalla Nato e dagli Stati Uniti non si siano compiuti crimini di guerra.
L’imparzialità della Corte Penale Internazionale è evidente, l’unico condannato europeo è stato Milošević, consegnato alla corte dal nuovo governo serbo. Infatti l’unico modo per cui Putin possa essere consegnato alla Corte Penale Internazionale è che il governo russo lo consegni volontariamente, cosa questa al momento poco probabile. A meno che non si pensi ad un cambio di governo nella Federazione Russa.
Infine il rapporto della commissione ONU dichiara che in Ucraina non è stato commesso alcun genocidio, quindi quando leggerete sulla nostra stampa allineata che il popolo ucraino è stato sottoposto ad un genocidio ricordatevi che non è la verità perché nessuna commissione lo ha certificato. E’ la solita speculazione utile alla creazione del consenso internazionale attorno alla necessità di combattere fino all’ultimo ucraino.
Anche l’accusa fatta a Putin segue la logica che il conflitto con la Russia debba essere vinto sul campo perché, se una cosa questa accusa ha messo sul piatto, è l’assoluta mancanza di volontà da parte dell’occidente di arrivare ad una pace negoziata.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info