Il Ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodríguez Parrilla ha annunciato che il 2 e 3 novembre prossimo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite esaminerà la risoluzione con cui viene chiesto di sollevare il blocco economico, commerciale e finanziario verso l’isola imposto dagli Stati Uniti.
In un video pubblicato su Twitter Bruno Rodríguez Parrilla ha annunciato che per la trentesima volta la risoluzione per porre fine al blocco economico degli Stati Uniti sarà presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il blocco economico è stato applicato per la prima volta nel febbraio 1962 dagli Stati Uniti all’isola caraibica per costringerla a desistere dalla sua legittima decisione di essere un paese socialista. Ogni anno, dal 1992, Cuba presenta una risoluzione all’ONU dove chiede che venga eliminato il blocco, tale risoluzione viene sempre votata dalla stragrande maggioranza delle nazioni presenti nell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
All’ultima votazione, quella del 23 giugno 2021, hanno partecipato 189 nazioni delle quali 184 hanno votato a favore dell’abolizione del blocco, Colombia, Ucraina ed Emirati Arabi si sono astenuti, Stati Uniti ed Israele hanno votato contro.
Alla 28esima votazione, che si è tenuta il 7 novembre 2019, hanno partecipato 192 paesi: hanno votato a favore della sospensione del blocco 187 nazioni,, hanno votato contro come sempre gli Stati Uniti ed il sodale Israele, ma nel 2019 si è aggiunto anche il Brasile di Bolsonaro, infine si sono astenuti i governi di Colombia e Ucraina, due cagnolini al guinzaglio dello Zio Sam. Molti si chiesero perché l’Ucraina avesse votato contro questa risoluzione ma adesso apparirà chiaro il motivo di questa decisione.
“Durante i primi 14 mesi dell’amministrazione Biden, questa politica ha causato danni a Cuba del valore di 6,364 miliardi di dollari”, ha affermato il diplomatico cubano sottolineando che il blocco ostacola lo sviluppo del paese e lo priva di reddito che potrebbe migliorare il benessere dei cubani”. Ma è proprio questo lo scopo primario del blocco ovvero creare malcontento nella popolazione che esasperata dovrebbe insorgere contro il governo, anche se ciò per ben 62 anni non è accaduto.
“Il governo di quel paese persiste nell’ignorare la rivendicazione della comunità internazionale e ha intensificato il blocco a livelli senza precedenti”, ha detto il Cancelliere cubano che ha aggiunto che il blocco “è stata una politica fallita nell’obiettivo di sovvertire l’ordine costituzionale a Cuba, ma provoca carenze, dolore e sofferenze ingiustificabili alle famiglie cubane, limitando l’accesso a cibo, medicine, carburanti e altri beni di prima necessità”.
Solo durante la presidenza di Donald Trump la sua amministrazione ha applicato ulteriori 243 sanzioni contro Cuba per rendere il blocco ancora più forte. Con l’arrivo di Joe Biden la musica non è cambiata, infatti il nuovo presidente ha badato bene a non alleggerire troppo le sanzioni applicate all’isola: ha revocato solo 8 delle 243 misure sanzionatorie emesse da Trump.
Rodríguez Parrilla ha anche sottolineato che la designazione unilaterale e fraudolenta di Cuba come Stato sponsor del terrorismo rafforza l’impatto deterrente e intimidatorio di questa politica di soffocamento economico, il cui carattere extraterritoriale influisce sulle relazioni stabilite da governi, entità, banche e uomini d’affari con l’isola e i suoi cittadini residenti all’estero.
“Cuba ha il diritto di vivere senza blocco”, ha concluso il ministro.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info