“Da ieri l’abbiamo detto: abbiamo fiducia nel nostro popolo, che è uscito per difendere la Rivoluzione, nonostante le misure draconiane degli Stati Uniti, nonostante la feroce campagna elettorale e gli appelli all’astensionismo, Cuba ha vinto con un’affluenza del 75,92%”, ha sottolineato il capo di Stato sul suo account Twitter.
In un altro messaggio sul social network, ha descritto il voto tenutosi il giorno prima come una vittoria rivoluzionaria e una vittoria del popolo cubano.
Il presidente ha anche inviato un abbraccio al suo omologo venezuelano, Nicolás Maduro, che si è congratulato con la nazione caraibica per il successo della giornata elettorale e “ha ribadito il suo fermo e vigoroso sostegno al progetto rivoluzionario, esempio, ispirazione e guida per i popoli della nostra America Latina-Caraibi e del mondo”.
Fonte: https://www.granma.cu/
Di seguito vi proponiamo un buon articolo di Bianca Cioffarelli, pubblicato su “il Faro di Roma”, pochi giorni prima delle elezioni:
A Cuba si vota a 16 anni. Candidati, più donne che uomini, non scelti dal PCC ma dalla società civile.
A Cuba il 26 marzo si terranno le elezioni nazionali per eleggere i 470 deputati all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, compresi presidente, vicepresidente, segretario e altri membri del Consiglio di Stato, così come il presidente e il vicepresidente della Repubblica. Gli 8 milioni di elettori cubani sono chiamati ad eleggere i deputati dell’Assemblea Nazionale, in una lista di candidati che saranno eletti se otterranno almeno il 50% dei voti. L’Assemblea Nazionale dovrà poi eleggere il Consiglio di Stato, che a sua volta sceglierà il nuovo presidente. Tra i candidati, il 20% sono giovani sotto i 35 anni, il 53% sono donne, il 45,5% sono neri e mulatti, l’età media è di 46 anni e più del 95% sono laureati.
Sarà una grande festa della democrazia, anche se le regole sono molto diverse dalle nostre. Ad esempio, la legge elettorale nazionale caraibica prevede che gli elettori possono votare dopo aver compiuto 16 anni. Quest’anno i giovani che voteranno per la prima volta saranno oltre 13 mila. Il Consiglio Elettorale Nazionale ha la responsabilità di far conoscere alle nuove generazioni il processo elettorale, facendogli comprendere il diritto e l’importanza di prendere parte alla democrazia partecipativa cubana.
Per questo il CEN, insieme al Ministro dell’Educazione e altri enti, ha organizzato degli incontri ed eventi, per spiegare ai più giovani come funziona il processo elettorale allo scopo di renderli consapevoli e partecipativi.
Inoltre il sistema elettorale cubano adotta il “voto dell’unità”, ovvero gli elettori possono votare per uno per due o per tutti i candidati, una scelta nel segno dell’unità della cittadinanza.
Nelle prime elezioni del 1976, il voto unico per il Potere Popolare è stato adottato per lottare contro la pressione che gli Stati Uniti impongono a Cuba dall’inizio della Rivoluzione. Purtoppo a livello internazionale nulla è cambiato, anzi le misure, cioè il blocco e le sanzioni, si intensificano per cercare di rovesciare la democrazia cubana.
Ma Cuba dimostra una grande partecipazione popolare alle elezioni, in risposta alle continue minaccie. C’è molta condivisione anche nell’organizzazione e supervisione dei seggi elettorali, in cui prestano servizio volontariamente 200 mila persone, di cui meno dell’uno per cento sono funzionari, il resto sono lavoratori, studenti, pensionati.
A Cuba, c’è un solo partito, quello Comunista, ma il PCC né elegge né nomina i parlamentari: questo processo si svolge attraverso le commissioni di candidatura, composte dalle principali organizzazioni della società civile (Federazione delle Donne Cubane, Comitati per la Difesa della Rivoluzione, organizzazioni studentesche) che godono d’indipendenza funzionale e hanno il potere di consultare tutte le istituzioni ed entità che ritengono di coinvolgere. Un sistema che permette a chiunque di potersi candidare, da semplici cittadini, a religiosi, imprenditori e persone lgbt, che insieme rappresentano la società cubana di oggi.
Gli elettori poi potranno decidere tra i 470 candidati che compaiono nelle liste dei 168 comuni del Paese, in tutti i quali si sono tenute assemblee con la presenza di delegati di circoscrizione (livello primario di governo) precedentemente proposti ed eletti direttamente dalla popolazione delle comunità.
Le proposte si basavano su una selezione effettuata dalle commissioni di candidatura a livello nazionale, provinciale e municipale, composte da rappresentanti di sindacati, organizzazioni di massa, studentesche e sociali, che in 948 riunioni plenarie dalla base al livello nazionale hanno infine completato una lista di 4.600 nomi.
Come ha spiegato alla stampa María Concepción Baeza, presidente della Commissione nazionale per le candidature (CCN), questi nomi sono stati passati al vaglio dei delegati delle circoscrizioni, che, in quanto rappresentanti diretti degli elettori, hanno offerto criteri e approvato o meno la lista dei possibili candidati. Una funzione svolta dalle commissioni di candidatura composte dai Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR), dalla Federazione delle Donne Cubane (FMC), dalla Federazione degli Studenti Universitari (FEU), dalla Federazione degli Studenti dell’Insegnamento Medio (FEEM) e dall’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori (ANAP); e presiedute dalla Centrale dei Lavoratoti di Cuba (CTC). Si sono tenute 950 sessioni plenarie, 826 municipali, 118 provinciali e sei nazionali, nelle quali sono state approvate 19.034 proposte di precandidature.
Il CCN ha poi presentato le pre-candidature alle assemblee municipali, dove si è votato per formare la lista elettorale.
Dunque, le elezioni del 26 marzo saranno il momento in cui gli elettori approveranno o rifiuteranno le proposte avanzate dai loro rappresentanti, testimoniando il livello di decisione che i cubani hanno su chi sarà alla guida del Paese.
E coloro che saranno finalmente eletti, a quanto pare, saranno ben lontani dall’essere un’élite come invece accade dove la migliore garanzia per ottenere e mantenere un seggio sono le copiose fortune che garantiscono una carriera politica.
Il Parlamento cubano sarà composto invece da un gruppo di persone che, secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale Elettorale (CEN), sono il più possibile vicine alla società: tra i candidati a deputati ci sono educatori, medici, sportivi, giornalisti, scienziati, contadini, operai, religiosi, artisti, militari e imprenditori privati.