CUBA: Nuovo diritto delle famiglie, un esempio che viene da lontano.

Massimiliano Smeriglio

C’è un Paese che qualche mese fa ha ratificato con un referendum il nuovo Codice delle famiglie. Una normativa decisamente avanzata in termini di diritto di famiglia, diritti riproduttivi, lotta alla violenza di genere negli spazi domestici, diritti delle bambine e dei bambini, genitorialità.

Un processo di partecipazione straordinaria che ha coinvolto la popolazione in un dibattito senza precedenti.

Nel 2018 il governo indice una consultazione popolare per un nuovo progetto di Costituzione. All’elaborazione dei 224 nuovi articoli contribuisce la comunità LGBTIQ+, che riesce a incidere nella definizione dell’agenda con nuovi: la democratizzazione delle relazioni sessuali e sentimentali, la pluralità delle identità di genere, il ruolo della socializzazione e dell’educazione alla sessualità e alla salute sessuale e riproduttiva diventano argomenti di discussione fino a quel momento inediti.

La bozza di Costituzione del 2018 arriva ad includere un articolo particolarmente innovativo, il 68, che rivoluzionava la tipizzazione del matrimonio definendolo una “unione tra due persone”. Il superamento del paradigma eterosessuale dell’istituto. L’art. 68 divenne il centro delle polemiche più accese, discusso durante il 66% delle riunioni di consultazione.

Al termine di un confronto acceso, si è deciso di riconoscere nella carta costituzionale il diritto all’uguaglianza e alla non discriminazione in base all’identità di genere e all’orientamento sessuale, senza che questo intervenga nella definizione dell’istituto del matrimonio. Un passo indietro rispetto alla proposta iniziale del governo sul matrimonio come “unione tra due persone”, e un passo in avanti relativo al dibattito che c’è nel mondo su questo tema. Inoltre la discussione costituzionale ha generato la necessità di redigere un nuovo Codice delle famiglie.

Tre anni e mezzo e 25 versioni dopo, il Codice delle famiglie ha visto la luce. Il processo di consultazione ha portato 6.481.200 persone a partecipare con 336.595 interventi in oltre 79.000 incontri, che hanno modificato il 49 del contenuto del progetto.

Il voto del 25 settembre 2022 ha visto la vittoria del “sì” con il 66,85% dei voti. Una maggioranza importante e una minoranza considerevole, che dimostrano quanto l’esito non fosse scontato.

Il testo riconosce la possibilità del matrimonio egualitario e stabilisce anche il diritto di tutte le persone ad adottare. Include la violenza domestica, e in particolare la violenza contro le donne e le ragazze, e stabilisce che tutte le questioni di discriminazione e violenza debbano essere soggette ai meccanismi protezione urgente. Descrive in dettaglio l’assistenza e la protezione dei minori in caso di divorzio o separazione e in situazioni di emergenza.

Il Codice tutela anche i legami familiari non consanguinei, stabiliti da relazioni filiali adottive e socio-affettive, garantendo al contempo i diritti di multigenitorialità. Riconosce la diversità delle famiglie di fatto, in qualsiasi forma di riconoscimento giuridico (matrimonio o unione di fatto), e tutela i “terzi genitori”, ovvero i partner dei genitori biologici e i conviventi effettivi nei casi di separazione. Inoltre, stabilisce la possibilità di pattuire diversi accordi economici per il matrimonio (comunione dei beni o regimi patrimoniali misti), proibisce il matrimonio infantile innalzando l’età del matrimonio ai 18 anni, e fornisce garanzie per i caregiver.

Tre i contenuti più discussi: il riconoscimento della possibilità di maternità surrogata, dettagliatamente regolamentata e limitata ai casi di gestazione solidale; l’eliminazione della figura giuridica della “potestà genitoriale” a favore della “responsabilità genitoriale”, che deve garantire sempre l’interesse del minore; e il riconoscimento della progressiva autonomia delle bambine e dei bambini, che afferma il diritto dei minori a essere ascoltati e protetti nella loro integrità fisica ed emotiva.

La famiglia, anzi le famiglie, non sono un sistema chiuso e non hanno una struttura unica: tutelarle tutte significa riconoscerne le identità e non svalutarne l’entità morale. Che è di natura plurale e che mette al centro l’affetto, il rispetto reciproco, la solidarietà e l’assistenza mutua. In altre parole, la felicità dei suoi componenti.

Tutto questo è avvenuto su un’isola lontana, spesso accusata di machismo e di autoritarismo.

L’isola in questione è Cuba, che non solo resiste, ma pratica il cambiamento, giorno dopo giorno, tra difficoltà economiche determinate dal blocco statunitense, interpretando la modificazione degli stili di vita e i bisogni della propria popolazione. Anche affettivi e sessuali.

Una bella lezione di civiltà che, appunto, viene da lontano. 

Massimiliano Smeriglio

Fonte: ilmanifesto.it

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