Più di 30.000 medici, ad oggi, compongono l’elenco dei laureati gratuitamente della Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM) di Cuba, una rete di medici non cubani che portano servizi sanitari in varie regioni del pianeta.
La storia è iniziata quando gli uragani George e Mitch devastarono l’America Centrale nel 1999, con circa 10.000 morti e dispersi.
Cuba inviò Brigate Mediche nelle aree colpite della regione e il presidente Fidel Castro propose di iniziare la formazione gratuita a Cuba di medici di quelle nazioni per aiutarle concretamente e in forma duratura, un’idea concretizzata con la fondazione dell’ELAM il 15 novembre di quell’anno.
La dottoressa Yoandra Muro, rettore di quell’università internazionale, ha spiegato a Prensa Latina che la scuola iniziò con una rappresentanza di 18 Paesi e al momento ci sono laureati da 117 Paesi di tutti i continenti, Stati Uniti compresi.
Dall’alto di questi 21 anni di esistenza, il suo rettore insiste affinché si continui a realizzare il sogno di Fidel Castro, che aspirava a far interagire tutti i diplomati ELAM in tutto il mondo.
“Se mettiamo quei laureati sulla mappa del mondo, possiamo formare quella grande rete”, conferma.
“I cubani hanno una caratteristica, ed è il loro desiderio di aiutare. Sono rimasto sorpreso di come nonostante le carenze derivate dal blocco economico statunitense, condividano con noi ciò che hanno”, ha dichiarato lo studente palestinese Salett Hethnawi.
Secondo la neo studentessa colombiana Cindi Paola, la decisione di studiare all’ELAM “viene da quando avevo 7 anni, quando vidi gli aerei che passavano pieni di medici cubani vicino alla mia città di Río Blanco, a sud di Tolima e io volevo essere come loro”.
Molti dei suoi laureati occupano ora posizioni di leadership a livello internazionale, tra loro vi sono due rappresentanti dell’Organizzazione Panamericana della Sanità; un laureato che ha partecipato allo sviluppo del vaccino russo Sputnik V contro il Covid-19 e la dott.ssa Ariana Campero, che è stata ministro della Salute della Bolivia e in seguito ambasciatrice di quel paese a Cuba.
La formazione universitaria si unisce alla conoscenza approfondita del sistema sanitario e della società cubana, proseguendo gli studi dal terzo anno nei centri di insegnamento delle scienze mediche in tutto il paese.
La Facoltà è composta da 64 Dottorati di ricerca in Scienze mediche, insieme allo sviluppo di un programma di attività didattiche ed extracurriculari, che consente di completare la formazione sia umana che accademica.
A confermarlo è Mohamed Nejem, anche lui palestinese, per il quale “nell’ELAM non si impara solo la medicina, ma anche la semplicità, l’umiltà e il rispetto per le altre culture, religioni e credenze”.
Per quanto riguarda i requisiti per l’ammissione all’istituto, il dott. Muro ha commentato che annualmente vengono assegnate dalle 400 alle 500 borse di studio, per le quali i candidati devono essere persone a basso reddito e avere un diploma di scuola superiore.
Tra le nazioni presenti all’ELAM fin dalla sua nascita ci sono gli Stati Uniti, a seguito degli sforzi del reverendo americano Lucius Walker e del progetto Pastori per la Pace, che ha permesso l’arrivo dei primi studenti dalla nazione del nord America.
“Ho intenzione di restare a Cuba anche quando mi laureerò e continuare gli studi facendo un master”, ha detto il ghanese Ayamerath Kwadwo; mentre per Leonel Omar la priorità sarà tornare nella natia Filippine “per servire le comunità più bisognose”.
Gli studenti ELAM hanno una Associazione dei Laureati con riconoscimento internazionale e giuridico, che consente loro di comunicare e intraprendere azioni concrete a favore di altri popoli.
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