L’Avana, 13 ottobre (L’Avana) L’Unione Araba di Cuba ha espresso oggi il suo forte rifiuto dell’assedio di Israele contro la popolazione civile della Striscia di Gaza, che ha definito un genocidio.
L’organizzazione ha denunciato, in un comunicato, che si tratta di un atto aberrante e che viola tutte le norme del diritto internazionale, perché il governo sionista ha imprigionato due milioni di persone in una città in rovina, alla quale ha deciso di interrompere servizi vitali come l’invio forniture mediche, acqua ed elettricità.
“Con un blocco totale e una campagna di bombardamenti indiscriminati, il governo israeliano massacra senza scrupoli donne, bambini e anziani”, sottolinea il testo a cui ha avuto accesso Prensa Latina.
Denuncia anche come questo evento avvenga sotto la visione compiacente dei paesi occidentali che non solo sostengono il sionismo attraverso i loro discorsi, ma inviano anche risorse materiali per aumentare il bilancio delle vittime sul versante palestinese.
Condanna espressamente le persone che stanno rubando la vita, i sogni, il desiderio di crescere e di vivere a migliaia di bambini che rimarranno per sempre traumatizzati da tanto odio e distruzione.
Allo stesso modo, sostiene il diritto del popolo palestinese ad avere il controllo del proprio territorio, a formare uno Stato e a ricevere un risarcimento per più di mezzo secolo di occupazione, così come gli sforzi verso la pace il cui risultato sarà la creazione dello Stato di Palestina.
Il testo sottolinea che Israele è uno stato invasore, che non riconosce le leggi internazionali, poiché dal 1948 i suoi confini con la Palestina sono stati fissati dalle Nazioni Unite, cosa che non è stata rispettata, invadendo ripetutamente il territorio arabo.
In ogni invasione – sottolinea – gli scontri sono stati tra i civili di quelle comunità ed uno degli eserciti più attrezzati al mondo. L’asimmetria di questo conflitto è arrivata al punto di trascendere nella storia le immagini di bambini e giovani che affrontano carri armati con bastoni e pietre.
Allo stesso modo, aggiungono di osservare con preoccupazione le spirali di odio che circolano sui social network attorno a questo tema, perché molti hanno perso la prospettiva su questo fatto o sono vittime di fake news e di sofisticate narrazioni di propaganda di guerra.
“È ancora una lotta tra Davide e Golia, solo che questa volta Davide è il popolo palestinese”, aggiunge la dichiarazione.