Fonte: https://www.pressenza.com/it
di Lorenzo Poli***
Ancora una volta Cuba mostra il suo primato nella medicina territoriale. Da marzo 2020 fino alla fine del 29 maggio 2021, il Paese ha accumulato 4.306.457 campioni elaborati nei laboratori di Biologia Molecolare per la diagnosi di COVID-19 (ndr: su una popolazione di 11 milioni di residenti). Nel marzo 2020 l’isola aveva solo 4 laboratori di biologia molecolare, mentre ora i laboratori sono 27, distribuiti in tutte le province del Paese. Quando sono stati rilevati i primi casi di pandemia sull’isola, l’11 marzo 2020, le Grandi Antille avevano solo il Laboratorio di riferimento nazionale di virologia dell’Istituto di medicina tropicale Pedro Kourí (IPK). Pochi giorni dopo se ne sono aggiunti altri tre a L’Avana, Villa Clara e Santiago de Cuba, per una capacità indicativa di mille prelievi giornalieri per l’intero Paese. Come ha affermato il Direttore Nazionale di Epidemiologia del Ministero della sanità pubblica, oggi Cuba ha 27 laboratori di Biologia Molecolare, di cui 11 strutture per l’elaborazione della PCR a L’Avana, 2 a Mayabaque, 2 nella Municipalità Speciale Isla de la Juventud.
L’elaborazione dei test PCR (Polymerase Chain Reaction) nel paese, per la rilevazione di SARS-CoV-2, è aumentata di mese in mese, dall’inizio della sindemia a Cuba, e a dirlo è il dott. Francisco Durán García, direttore nazionale di Epidemiologia del Ministero della sanità pubblica (Minsap).
Il raggiungimento del primo milione di PCR elaborati ha richiesto 8 mesi (da marzo a novembre 2020) anche se solo 2 milioni sono stati raggiunti il 6 febbraio 2021, mentre verso 31 marzo si sono raggiunti 3 milioni e il 16 maggio sono stati contati 4 milioni di PCR. Questo dimostra che nonostante gli ostacoli del blocco economico e le difficoltà finanziarie affrontato dall’isola, Cuba porta avanti questo tipo di diagnosi approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il più efficace per rilevare la reale presenza di SARS-CoV-2. Secondo fonti mediche specializzate, la PCR è un test diagnostico che consente di rilevare un frammento del materiale genetico di un agente patogeno e, durante la pandemia di COVID-19, in particolare, viene utilizzato per determinare se una persona è stata infettata o meno dal coronavirus.
Il direttore del Minsap ha illustrato, attraverso un grafico, quanto è cresciuto il dato del PCR da marzo 2020 ad oggi. A marzo 2020 sono stati effettuati 2.766 test, mentre ad aprile sono stati superati 40.000 campioni, ad agosto ne sono stati fatti più di 100.000, a dicembre oltre 300.000 e, negli ultimi due mesi aprile e maggio 2021, il numero è superiore a 600.000 per ogni mese.
Il dottor Durán ha evidenziato lo straordinario sforzo del Paese per raggiungere questi risultati, in mezzo al crudele blocco economico, finanziario e commerciale imposto dagli Stati Uniti contro Cuba e intensificato durante la crisi pandemica, che rende l’acquisizione di tecnologia ancora più difficile e costosa le forniture necessarie per avviare i laboratori ed elaborare i test PCR.
A Cuba, grazie ad un efficiente sistema di medicina territoriale, il test PCR viene eseguito per indicazioni mediche e per determinati motivi legati al controllo della pandemia. Trattandosi di una procedura molto costosa per il sistema sanitario, viene prelevato solo in caso di:
– contatti di casi positivi;
– contatti di casi sospetti;
– persone a cui è stata diagnosticata la malattia, nella sua evoluzione, fino a quando l’esito è negativo e il paziente viene dimesso a domicilio;
– viaggiatori, all’arrivo in aeroporto e al sesto giorno di permanenza nel centro di isolamento;
– studi in una determinata area in cui è avvenuta la trasmissione, o dove il comportamento sociale è ad alto rischio epidemiologico;
– persone con sintomi respiratori acuti o altri sintomi del virus,
– morti per una malattia respiratoria.
Questo è il progresso libero da profitto, sanità privata e burocrazia.
***Lorenzo Poli
Sono Lorenzo Poli, sono nato a Brescia e dopo la maturità classica, ho iniziato a frequentare il corso di Scienze Politiche Relazioni Internazionali Diritti Umani all’Università di Padova. Appassionato di attualità politica, politica internazionale, questione di genere e studi postcoloniali mi interesso di temi riguardanti diritti umani, antirazzismo, femminismo, liberazione animale e antispecismo con particolare attenzione all’intersezionalità dei contesti. Da qualche anno mi occupo, da autodidatta, di popoli in lotta contro l’imperialismo, di America Latina, di conflitti in Medioriente, in particolare la Palestina in una prospettiva decoloniale. Nel 2019 ho contribuito a fondare Progetto EcoSebino, progetto di rigenerazione eco-sociale che interseca le lotte per la giustizia ambientale e per la giustizia sociale sul territorio del Lago d’Iseo. Collaboro con Il Periodista ed ho pubblicato nel 2016 il mio primo romanzo “Luce al di là del Buio”, edito da MarcoSerraTarantola Editore