CONFERENZA STAMPA DELLA MOSTRA “CHE GUEVARA tu y todos”

Mostra Che Guevara a Bologna
Aleida Guevara March, Mirta Granda Averhoff Ambasciatrice di Cuba in Italia e Daniele Zambelli curatore della mostra

Oggi 26 marzo si è tenuta al Museo Civico Archeologico di Bologna, la conferenza stampa che ha presentato la mostra “Che Guevara – Tu y todos” in memoria di Camilo Guevara e che sarà possibile visitare fino al 30 giugno 2025 – tutte le informazione su: www.mostracheguevara.com

Tra i presenti, oltre al saluto dell’Ambasciatrice di Cuba in Italia, abbiamo avuto il piacere di conoscere e ascoltare Aleida Guevara March, figlia del Che e sorella di Camilo Guevara.

Di seguito riportiamo l’intervento di Mirta Granda Averhoff Ambasciatrice di Cuba in Italia

È un onore prendere parte a questa iniziativa che rende un meritato omaggio al nostro amato Comandante Ernesto Che Guevara.

È ancora fresco il ricordo delle emozioni vissute all’inaugurazione del monumento all’Eroico Guerrigliero nella città di Carrara, nonché la grande partecipazione alla recente conferenza che la dottoressa Marja Del Carmen Ariet ha tenuto presso la nostra ambasciata. Ricordo che sul primo evento abbiamo detto: il Che continua a vincere battaglie, e sul secondo: siamo davvero lieti di constatare il grande potere di convocazione che il Che continua ad avere.

Vorrei fare riferimento brevemente alla sua attualità, che ci permette di rispondere a molti interrogativi di oggi e, al contempo, ci offre una visione chiara di ciò che vogliamo in tempi così turbolenti.

Ci consente di rispondere al perché molti cubani continuano a pensare e a fare la Rivoluzione, nonostante il passare del tempo, ora nel XXI secolo, con sfide diverse, in un contesto internazionale diverso e con le logiche differenze generazionali.

Ci permette di rispondere al perché, 60 anni dopo che il Che si unì ai rivoluzionari cubani e si recò in Congo e poi in Bolivia, oggi i medici cubani vanno in qualsiasi luogo del mondo dove c’è una catastrofe naturale o si diffondono malattie mortali, come l’ebola o la pandemia del COVID.

Tutto questo si spiega in grande misura proprio perché il Che è esistito e il suo esempio e il suo discorso rivoluzionario hanno fatto definitivamente presa tra la gente e nella coscienza dei popoli. E perché il suo pensiero e la pratica politica non possono essere associati al passato del socialismo, con i suoi errori e i suoi fallimenti, bensì al futuro dello stesso socialismo.

Per questo il Che è un rivoluzionario eternamente giovane, per questo il Che rinasce sempre, e qui mi permetto di concludere con le parole di un illustre intellettuale uruguaiano e latino-americano, Eduardo Galeano, che riferendosi al Che, da lui definito il Nacedor, disse:

“Per quale motivo il Che ha questa pericolosa abitudine di continuare a nascere? Più lo insultano, lo manipolano, lo tradiscono, più egli nasce. È il maggior nascente al mondo. Non sarà perché il Ché diceva quello che pensava e faceva quello che diceva? Non sarà per questo che continua ad essere così straordinario in un mondo dove le parole e i fatti si incontrano raramente, e quando si incontrano non si salutano perché non si riconoscono”?

Aleida Guevara March con i giornalisti

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