L’aumento dei combustibili e delle tariffe elettriche a Cuba annunciate dal governo a Partire dal 1° di febbraio hanno causato molto rumore sull’isola ma soprattutto all’estero dove molti giornali hanno sottolineato che la benzina aumenterà del 500 per cento semplificando però molto le cose.
Cerchiamo di fare un poco di ordine. Premesso che negli ultimi anni, soprattutto dopo l’inizio della guerra tra Russia ed Ucraina, i costi dei combustibili ma soprattutto quelli dell’energia elettrica sono aumentati in modo spropositato in tutti i paesi del mondo e non mi sembra che ci sia stata la mobilitazione della stampa come sta avvenendo in questo momento per Cuba. Poi occorre sottolineare che le tariffe dei combustibili e dell’energia elettrica sull’isola caraibica erano fermi dal gennaio 2021 ovvero dall’entrata in vigore della riforma cambiaria che ha abolito la circolazione del Peso Convertibile (CUC).
Per giustificare gli aumenti dei costi dei combustibili e dell’energia elettrica ci hanno detto che sul mercato il petrolio ed il gas, uno dei principali combustibili usati per la produzione di energia, erano aumentati. Anche Cuba chiaramente subisce questi aumenti perché i combustibili è costretta ad acquistarli dai soliti. La domanda quindi che ci dobbiamo porre è la seguente: come a Cuba era possibile continuare per lo stato mantenere gli attuali prezzi che risultavano i più bassi al mondo? Occorreva chiaramente una attualizzazione. Ma andiamo con ordine.
Nel programma televisivo Mesa Redonda trasmesso dalla televisione cubana l’8 gennaio è comparso, tra gli altri ospiti, Vladimir Regueiro Ale, ministro delle finanze e dell’energia, che ha spiegato i motivi degli aumenti. Il governo cubano avrà molti difetti ma almeno quando vengono decise riforme importanti come questa che impattano su una grande fascia della popolazione i sui rappresentanti, ministri e capi di stato, hanno la decenza di presentarsi alla popolazione e metterci la faccia. In Italia non mi risulta che i ministri dell’economia si siano mai presentati davanti alle telecamere per annunciare gli aumenti: gli abbiamo trovati nelle bollette e attaccati alle pompe della benzina nei distributori di carburante.
All’inizio del suo discorso durante il programma televisivo il ministro ha sottolineato che le misure del governo sono volte a rettificare i prezzi di un gruppo di prodotti il cui valore è distorto al fine di rianimare l’economia dell’isola.
La variazione dei prezzi è il frutto della riduzione del sussidio che lo stato fino ad oggi attuava su questa categoria di prodotti, verrà comunque creato un sistema di protezione mirato alla salvaguardia delle persone che hanno meno possibilità economiche. “Allo stesso tempo, sono state progettate misure per attenuare questi impatti con protezioni, trattamenti per persone o nuclei che sono in una situazione di vulnerabilità, ma con trattamenti specifici e non come un sussidio generale”, ha chiarito Vladimir Regueiro Ale.
Commentando le misure riguardanti l’elettricità e i combustibili, Vicente La O Levy, ministro dell’energia e delle miniere, ha detto che il 2023 è stato caratterizzato da un migliore servizio elettrico, prendendo come riferimento il 2022. “Non vuol dire che sia stato totalmente risolto. L’anno scorso il servizio è stato il 70% migliore del precedente, poiché i blackout sono stati ridotti nel tempo e nella potenza del 70%.
Tuttavia, La O Levy ha commentato che il 2023 è stato caratterizzato da un maggiore consumo, così come la richiesta di energia nei momenti di picco a causa ad esempio in estate quando le alte temperature hanno richiesto più energia. Il 24 luglio è stato raggiunto il picco di 64.5 GigaWatt/h, un record per Cuba.
Il ministro ha sottolineato come gli sforzi del governo nella riparazione e e nella resa più efficiente delle centrali elettriche ha permesso di ridurre i blackout, anche se il problema elettrico a Cuba non è ancora risolto del tutto, aggiungo io. Inoltre le illegalità sono un problema, il ministro ha rilevato che molti sono i contatori non funzionanti che non conteggiano il reale consumo e molti gli utenti che rubano energia elettrica dalla rete.
Secondo il ministro sono state compiute “226 mila frodi rilevate nell’ultimo periodo e sappiamo che si sta commettendo una frode perché lo stiamo rilevando nella differenza tra l’energia che si genera e l’energia che si fa pagare”.
Ha spiegato che a Cuba il settore residenziale rappresenta il 61% del consumo di energia elettrica mentre il settore non residenziale rappresenta il 39% dei consumi. Il settore residenziale è composto da 4 078 909 clienti, con un consumo medio di 174 kWh. I nuovi aumenti toccheranno gli utenti che consumano più di 500 kWh.
“Quello che abbiamo proposto è aumentare del 25% la tariffa elettrica a quei consumatori che sono sopra i 500 kWh che è molto lontano dal consumo medio del paese”, ha detto il ministro. L’anno scorso, che è stato caratterizzato da consumi molto superiori agli anni precedenti, 107 570 clienti hanno registrato consumi superiori ai 500 kWh, il 2.7% del totale. A luglio e agosto questa cifra cresce fino a 217 000 clienti. (5.4%. “Tuttavia, quel 5.4% dei clienti rappresenta il 17% del consumo del settore residenziale”, ha chiarito.
“Un utente che consuma oggi 600 kWh nel mese con i prezzi attuali, deve pagare, 2451 pesos, e con la nuova tariffa, 2681 pesos. Ci sarebbe un aumento di 230 pesos, che rappresentano un 9,4% di crescita, perché il 25% si applica ai kWh che sono sopra i 500.
Quando il consumo è di 700 kWh, oggi pagherei, 3396 pesos; con la nuova tariffa sarebbero, 3862 pesos, con un aumento del 13%. Un consumatore di 1800 kWh, il suo costo cresce del 22%. Attualmente paga 14.901, mentre il futuro pagherebbe 18.355 pesos”, afferma il ministro.
Quindi come si vede gli aumenti toccano solo gli utenti che hanno alti consumi come ristoranti, bar ed affittacamere, aumenti che possono tranquillamente sostenere. La gran parte della popolazione consuma molto meno.
Se gli aumenti dell’energia elettrica sono passati quasi inosservati per la grande stampa internazionale, sugli aumenti dei carburanti si sono sbizzarriti con titoloni del tipo: “A Cuba aumenta il prezzo della benzina del 500 per cento”. Tutto vero ma non si può semplificare.
La benzina costa attualmente 30 Pesos Cubani, verrà portata a 132 Pesos. L’aumento è 440 per cento ma il cambio ufficiale tra peso cubano e dollaro è di 1 a 120, ovvero per comprare un dollaro occorrono 120 pesos, quindi adesso la benzina costa udite udite 0,25 dollari statunitensi, dal 1° febbraio costerà 1,10 dollari. Non poco per l’economia cubana ma è utile sottolineare che la maggior parte dei combustibili per uso privato viene usato dai taxisti che trasportano praticamente solo turisti.
Nel 2023 sono state consumate in media 21.700 tonnellate di benzina al mese ma di queste ben, 15.200 tonnellate sono state consumate dal settore privato, questo equivale al 71,5% del consumo totale, che in maggioranza viene usato dai taxisti.
Un po’ di storia. La benzina costava 30 Pesos, 1,20 dollari, quando nel 2021 entrò in vigore la riforma cambiaria ma il cambio dollaroPesos era 1 a 24, cinque volte meno rispetto al cambio ufficiale di oggi, perché nel frattempo la svalutazione della moneta cubana ha fatto perdere potere di acquisto al peso. Quindi l’attualizzazione del prezzo ha riallineato il costo del combustibile ai valori della riforma cambiaria. Il 4 agosto 2022 il cambio dollaro\peso passò da 1 a 24 all’attuale 1 a 120. Quindi da quel momento fino alla data del programmato aumento la benzina è costata un prezzo ridicolo che un paese che è costretto ad importarla non era più in grado di sostenere. Inoltre, cosa incredibile, un turista che visita l’isola e noleggia un’auto paga il combustibile una cifra assurda.
“Cuba nel 2021 ha importato 126 000 tonnellate di benzina, nel 2022 circa 192 000 tonnellate, e nel 2023 circa 203 000 tonnellate. Il consumo di Cuba richiede circa 360 000 tonnellate di benzina. Quindi si può vedere che siamo molto al di sotto delle esigenze ed è per questo che è la situazione che abbiamo, che è data dalla carenza di finanziamenti e dall’impatto del blocco come ragione principale di questo”, spiega il ministro La O Levy nella seconda parte del programma.
Il ministro ha quindi sottolineato come il blocco economico, commerciale e finanziario sta impedendo le forniture di carburante all’isola aggiungendo poi che vi è una vera e propria “guerra del nemico”, alludendo chiaramente agli Stati Uniti, che rende difficile acquistare quanto Cuba necessita.
Il diesel viene usato principalmente nell’agricoltura, nella generazione di energia elettrica e nei trasporti pubblici. Il ministro ha spiegato che “Cuba ha bisogno di 1,8 miliardi di dollari per coprire il fabbisogno di diesel in un anno. “Nel 2023 è stato possibile importare 609.000 tonnellate di diesel, che sono circa 600 milioni di dollari, un terzo del fabbisogno.
Per acquistare i combustibili il governo cubano ha bisogno di valuta pregiata che attualmente scarseggia nelle casse statali. Per finanziare con denaro fresco l’acquisto di combustibili è stato decisa la creazione di stazioni di servizio dove il carburante verrà venduto in dollari pagabili con carte di credito sia nazionali che straniere. Resteranno comunque distributori dove i carburanti verranno pagati in pesos cubani. Secondo il ministro “gradualmente queste misure ci permetteranno di raggiungere un approvvigionamento stabile”.
“Abbiamo detto che nel 2019 si vendeva meno benzina nei servicentros e c’erano meno code all’Avana e meno mancanza di carburante nel resto del paese; perché le entrate reali che avevamo prima del covid-19 erano maggiori e regolavano meglio la commercializzazione”. Inoltre un obiettivo della riforma è “quello di raccogliere valuta estera per l’acquisto di carburante. “Per fare questo, le vendite in valuta estera saranno effettuate sia nei servicentros che funzioneranno solo per questo scopo, fornitura al turismo, sia in quelli che venderanno in valuta nazionale””, ha concluso il ministro.
La mancanza di carburanti deriva anche dal fatto che attualmente, come in passato, per acquistare i carburanti all’estero Cuba deve chiaramente pagare in moneta straniera, ma poi li rivende sull’isola in pesos, quindi con il tempo finiscono le disponibilità di cassa della moneta straniera.
Come per l’energia elettrica, dove lo stato attuerà programmi di protezione per la popolazione in difficoltà, il ministro assicura che il settore sanitario e dell’istruzione continuerà a essere sovvenzionato.
Attualmente la disponibilità di carburanti nelle stazioni di servizio è scarsa, molti sono costretti ad acquistare i combustibili da improvvisati rivenditori che spesso si appropriano dei combustibili forniti alle aziende ed alle istituzioni pubbliche a prezzi più alti di quelli che lo stato imporrà con la riforma. Se la disponibilità di carburanti in un tempo medio si regolarizzerà anche il mercato nero sparirà perché il prezzo di vendita programmato è più basso di quello praticato da questi mercanti.
In conclusione non posso non fare un accenno alla velocità con cui questa notizia, quella dell’aumento dei carburanti, ha invaso i nostri giornali. Sostenere che sempre tali informazioni siano frutto di veline che hanno lo scopo politico, in questo caso quello di attaccare lo stato, alle volte mi procura un po’ di imbarazzo, ma oggettivamente non mi sembra che l’importanza della notizia avesse dovuto mobilitare così tanti giornalisti. Risulta invece ovvio che lo scopo è proprio quello di attaccare il governo cubano, è in atto da tempo una vera e propria campagna mediatica da parte di settori che cercano nella sovversione interna il mezzo per far capitolare il legittimo governo cubano. Ogni occasione è buona per discreditare l’operato di Miguel Diaz Canel e dei suoi ministri sempre additati come incapaci e non in grado di governare.
Nessuno dei commentatori nostrani ha posto il problema che molte delle sventure del popolo cubano, enfatizzate ad arte da chi, pagato per fare questo, giornalmente diffonde, dipendono dal blocco economico, commerciale e finanziario che da oltre sessanta anni gli Stati Uniti applicano all’isola caraibica. Ecco, direte voi, torna con la storia del blocco, tutto è colpa del blocco. Sicuramente non tutto dipende dal blocco, il governo, come tutti i governi avrà commesso degli errori, ma molto dipende dalle misure sanzionatorie sicuramente. Se pensate che tutto sia colpa dell’inefficienza del governo cubano, come del resto sostengono Washington, allora chiedete a Joe Biden di revocare tutte le misure restrittive imposte a Cuba così potrete scoprire chi ha ragione. Se il blocco non c’entra abolendolo smaschereremo il governo cubano e così potremo dire che davvero sono degli inetti e degli incapaci. Ma allora perché continua ad esistere? Non crederete mica che il blocco viene usato per castigare il governo che viola sistematicamente i diritti umani dei cubani?
Andrea Puccio