Sono stati spazzati via interi quartieri, portato il sistema sanitario al collasso e costretto circa 400mila persone in rifugi temporanei mentre affrontano gravi carenze di cibo, acqua e carburante. Il ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che da sabato sono stati uccisi 1.799 palestinesi, tra loro 583 bambini, e che 7.388 sono i feriti. L’Unrwa, agenzia Onu per i rifugiati, ha aperto tutte le 252 scuole che gestisce nella Striscia: aule e cortili diventati rifugi. Anche sei ospedali sono stati colpiti dai bombardamenti. Al momento ci sono negli ospedali del nord della Striscia – compreso l’Al Shifa di Gaza City – quasi 4 mila dei 7 mila feriti. Non ci sono ambulanze, né bus per tutti, molti non sono trasportabili.
Guerra in Israele, Riccardo Noury (Amnesty): “Questa punizione collettiva di Gaza è crimine di guerra”.
“La Quarta convenzione di Ginevra vieta di ‘vendicarsi’ sui civili per colpire il nemico”
di Roberta Zunini
“Il blocco delle forniture di acqua, energia e carburante nei confronti di un’intera popolazione è una forma di punizione collettiva vietata dal diritto internazionale e pertanto ciò che Israele sta attuando a Gaza è un crimine di guerra, anzi più crimini”. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia utilizza la Quarta Convenzione di Ginevra per spiegare perché “la vendetta” israeliana contro Hamas si è tramutata in un crimine contro tutti i civili palestinesi – anziani, donne e bambini compresi – che risiedono nella Striscia e, di conseguenza, richiede un’accelerazione dell’indagine già aperta dalla Corte Penale Internazionale”. Va anche ricordato che Israele ha cominciato l’assedio della Striscia nel 2007, quando Hamas ha preso il potere e, di conseguenza, l’attuale punizione collettiva esaspera ulteriormente le condizioni dei civili di Gaza già duramente provati da quasi vent’anni di restrizioni che hanno colpito di fatto solo i civili. Mentre la leadership di Hamas non ha subito di fatto danni ed è rimasta al proprio posto”.
La Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 riguarda espressamente la protezione delle persone civili in tempo di conflitti e i doveri delle potenze occupanti nei confronti dei civili che vivono nelle zone occupate. Tra questi c’è il divieto di esercitare forme di violenza contro la vita e le persone; la cattura di ostaggi; l’oltraggio alla dignità personale, e in particolare i trattamenti umilianti e degradanti; l’emissione di sentenze di condanna e le esecuzioni effettuate senza regolare processo e il trasferimento forzato dei civili.
A suo avviso anche l’intimazione da parte di Israele ai civili di Gaza di evacuare la zona settentrionale della Striscia per andare nella parte meridionale è una punizione collettiva?
Sì, e dirò di più. In questo caso siamo di fronte a una doppia punizione collettiva dato che costringere i civili a lasciare le proprie case dopo aver loro tolto il carburante per spostarsi è una forma di ulteriore accanimento. Inoltre mandarli nel sud della Striscia significa lasciarli nel pericolo, essendo già stata bombardata anche questa area. I civili palestinesi stanno insomma pagando da ben 16 anni la lotta di potere tra i gruppi armati palestinesi e tra questi e Israele.
Vi risulta che Israele abbia usato armi incendiarie al Fosforo bianco?
Sì, per ora abbiamo evidenza di un caso, ma con altre organizzazioni umanitarie stiamo continuando a indagare. Per quanto ci riguarda, i nostri analisti hanno potuto verificare foto, video e testimonianze che mostrano chiaramente l’uso di questa arma contro un hotel sulla spiaggia di Gaza.
Cioè in un centro abitato?
Esattamente, e il diritto internazionale vieta categoricamente l’uso di queste bombe incendiarie nelle zone urbane o comunque abitate. Il fosforo bianco era nato per illuminare le postazioni del nemico, non per colpire obiettivi civili date le terribili conseguenze sui tessuti umani e, in generale, su tutto ciò che è vivente.
Anche l’Egitto nel chiudere il valico di Rafah ha compiuto un crimine vietato dal diritto internazionale?
Certo. Ostacolare il diritto dei civili in fuga dalle bombe, alla ricerca di un riparo sicuro va contro tutte le Convenzioni così come lo è impedire il transito di beni umanitari destinati alle popolazioni colpite.
Ma è Israele a impedire l’apertura di un corridoio umanitario e a minacciare l’Egitto a non far passare beni di prima necessità?
E infatti Israele sta punendo collettivamente i civili palestinesi anche in questo modo, ma ciò non toglie che in questo caso anche il Cairo stia agendo contro il diritto internazionale. Intanto Amnesty ha lanciato un appello alla comunità internazionale chiedendo di prendere tutte le misure necessarie affinché i diritti umani dei palestinesi e degli israeliani siano pienamente protetti e siano garantite alle vittime giustizia e riparazione. L’organizzazione umanitaria fa appello anche a tutti i gruppi amati palestinesi di liberare immediatamente e senza condizioni tutti i civili presi in ostaggio.