Fonte: http://www.granma.cu/…/la-reforma-agraria-primera-ley…
Traduzione: Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Questa legge fu la più trascendentale delle misure della Rivoluzione nella sua prima fase, poiché beneficiò più di centomila famiglie contadine e liquidò il latifondismo e il dominio imperialista sulle nostre terre.
Non potrebbe essere altrimenti. La prima legge promulgata dalla Rivoluzione Cubana, il 17 maggio 1959, fu la Riforma Agraria promessa dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz nella sua arringa durante il processo per l’assalto alla Caserma Moncada, nota come La Storia mi assolverà.
Firmata simbolicamente 62 anni fa nella Comandancia Rebelde di La Plata, Sierra Maestra, questa legge fu la più trascendentale delle misure della Rivoluzione nella sua prima tappa, poiché beneficiò più di 100.000 famiglie contadine e liquidò il latifondo e il dominio imperialista sulle nostre terre.
Ha anche annullato il diritto delle imprese e degli individui stranieri di possedere terreni a Cuba, ad eccezione di quelli che erano piccoli agricoltori. I proprietari terrieri nazionali e stranieri si allinearono, quindi, con le cospirazioni e le aggressioni contro la Rivoluzione Cubana.
Questa prima legge fissava a 30 caballerías (402 ettari) la quantità massima di terra che una persona poteva possedere, e prevedeva la creazione dell’Istituto Nazionale di Riforma Agraria (INRA) per attuare le misure adottate, che sarebbe stato presieduto dall’allora primo ministro Fidel Castro.
La legge si componeva di 15 articoli, 67 articoli, sette disposizioni transitorie e una disposizione finale, che le dava rango costituzionale dichiarandola parte della Legge Fondamentale della Repubblica.
Tra le cause enunciate dal governo rivoluzionario per promulgare questa prima riforma agraria c’era la concentrazione esistente della proprietà terriera in poche mani, dove l’1,5% dei proprietari possedeva più del 46% della superficie nazionale.
Le terre arabili erano sprecate nelle grandi proprietà, con aree utilizzate in produzioni a basso rendimento, sfruttamento estensivo del bestiame, e altre estensioni totalmente inattive o coperte di marabù che dovevano essere recuperate per attività produttive.
L’obiettivo sociale era quello di far uscire la grande maggioranza della popolazione rurale di Cuba dalla sua tradizionale miseria, eliminare la mezzadria e la produzione estensiva delle grandi proprietà, e sostituirla con una produzione cooperativa, tecnica e intensiva, con i vantaggi della produzione su larga scala.
Allo stesso modo, ha facilitato la crescita e la diversificazione dell’industria cubana, l’uso più efficiente delle sue risorse naturali e umane, e l’eliminazione della dipendenza dalla monocoltura agricola. La comparsa e l’estensione di nuove colture fornirebbe materie prime all’industria nazionale, aumenterebbe la capacità di consumo della popolazione, aumenterebbe il livello di vita degli abitanti delle zone rurali, contribuirebbe all’espansione del mercato interno, ed espanderebbe la produzione agricola per l’esportazione come fonte di valuta estera per le importazioni necessarie.
Le terre arabili erano sprecate nelle grandi proprietà, con aree utilizzate in produzioni a basso rendimento, sfruttamento estensivo del bestiame, e altre estensioni totalmente inattive o coperte di marabù che dovevano essere recuperate per attività produttive.
L’obiettivo sociale era quello di far uscire la grande maggioranza della popolazione rurale di Cuba dalla sua tradizionale miseria, eliminare la mezzadria e la produzione estensiva delle grandi proprietà, e sostituirla con una produzione cooperativa, tecnica e intensiva, con i vantaggi della produzione su larga scala.
Allo stesso modo, ha facilitato la crescita e la diversificazione dell’industria cubana, l’uso più efficiente delle sue risorse naturali e umane, e l’eliminazione della dipendenza dalla monocoltura agricola. La comparsa e l’estensione di nuove colture fornirebbe materie prime all’industria nazionale, aumenterebbe la capacità di consumo della popolazione, aumenterebbe il livello di vita degli abitanti delle zone rurali, contribuirebbe all’espansione del mercato interno, ed espanderebbe la produzione agricola per l’esportazione come fonte di valuta estera per le importazioni necessarie.
Questa data fu poi istituita come Giorno del Contadino e due anni dopo, il 17 maggio 1961, fu creata l’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori (ANAP).
Nel 1963 fu approvata una seconda legge di riforma agraria che stabiliva la nazionalizzazione, e di conseguenza l’assegnazione allo Stato cubano, di tutte le proprietà rurali con un’estensione superiore ai sessantasette ettari e dieci aree (cinque caballerías di terra).
Si fecero eccezioni per i poderi che, prima della promulgazione della prima Riforma Agraria, erano sfruttati congiuntamente da più fratelli, purché la parte proporzionale dell’estensione di detti poderi che corrispondeva a ciascun fratello non superasse sessantasette ettari e dieci aree (cinque caballerias).
Le aree concesse in proprietà alle cooperative di produzione agricola organizzate dall’INRA per lo sfruttamento delle terre statali non sono state considerate per la nazionalizzazione, tra gli altri motivi previsti dalla legge.